giovedì 24 maggio 2012

Investire in vino e bottiglie d'annata: la nuova frontiera degli appassionati

Divino Tuscany, grande kermesse sui celebri vini toscani ed occasione per buyer, produttori ed appassionati di tutto il mondo alla sua seconda edizione a Firenze nei passati giorni ci da l'occasione per riflettere su una nuova tendenza di investimento. Quale?


Grandi vini, grandi bottiglie d'annata che potrebbero presentare interessantissime occasioni di rivalutazione.

Non più solo BoT, titoli e pacchetti azionari, metalli preziosi, depositi ed assicurazioni ma anche grandi bottiglie. Ma quali sono le caratteristiche che un vino deve avere per attirare l'attenzione degli investitori? Come si presenta una cosiddetta blue chip?

In parte le caratteristiche sono quelle tipiche di altri beni definiti "preziosi". Un vino su cui puntare per un investimento deve essere:
- Raro, in circolazione devono esserci pochissime bottiglie
- Abbastanza longevo
- Di grande annata, ovviamente
- In perfette condizioni di conservazione ed in una cantina di chiara ubicazione ed individuazione, certificata e debitamente riconosciuta

Alcuni vini francesi (e qui premetto che non sono un esperto) presentano particolare pregio e vengono ritenuti adatti ad investimenti di questo tipo ma in Italia ci sono validissimi esempi di pregio: grandi occasioni sono presenti fra i vini toscani ma anche piemontesi, umbri, veneti e del sud.
Rivalutazioni interessanti? Si parla di un aumento di valore medio intorno al 10%, ma esitono anche casi di rivalutazioni a tripla cifra! Tutto ciò ovviamente non deve essere considerato la regola nè un automatismo. Investire in maniera opportuna ed oculata è tutt'altro che facile e richiede sicuramente esperienza nel settore e conoscenza del prodotto.

Penso non soltanto all'investimento in sè ma anche all'occasione di successo ed ulteriore crescita di un settore e di un prodotto che nel nostro paese, come ho più volte detto, ha ancora un ampio potenziale e la sicura capacità di richiamare grande attenzione di tutti quei paesi emergenti che stanno cambiando le loro abitudini ed i loro consumi.

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