lunedì 25 aprile 2011

La metodologia Six Sigma

La metodologia Six Sigma è un approccio al miglioramento aziendale continuo e orientato alla soddisfazione del cliente. La finalità del Six Sigma è quella di diminuire la difettosità al punto di arrivare a 3,4 difetti per milione ...
Affinchè tale metodologia possa essere applicabile sarà ovviamente necessario implementare e gestire la misurabilità dei processi. Guardiamo nel dettaglio i metodi cardine del Six Sigma siglati come DMAIC e DFSS.
DMAIC sta per: Define - Measure - Analyse - Improve - Control e quindi:
- Definire e pianificare il progetto di miglioramento della qualità orientato al soddisfacimento del cliente;
- Misurare i processi comprendendo il liveello di performance;
- Analizzare i dati e le informazioni raccolte e definire la tipologia e le caratteristiche dei difetti incontrati;
- Applicare metodi in grado di ridurre la variabilità dei processi;
- Controllare il processo correggendo i difetti occorsi.

Il DMAIC è la base del Six Sigma e va associato al DFSS, cioè Design For Six Sigma, che si propone di progettare processi con standard definiti ed elevati come detto. Il DFSS si propone di sviluppare processi sulla base delle aspettative e delle richieste del cliente, in modo da ottimizzare la variabilità, predire la difettosità e quindi l'affidabilità del prodotto stesso. Sul Six Sigma mi propongo di ritornare con approfondimenti specifici. L'argomento è estremamente ampio ed è oggetto di approfonditi studi.

sabato 23 aprile 2011

Il turismo in Italia

Il turismo in Italia è una delle attività più redditizie del Paese. Enormi bellezze artistiche, storiche, archeologiche, naturalistiche e paesaggistiche. E ne abbiamo l'assoluto primato al mondo.
12 % del PIL ....
Roma, Firenze, Venezia, la costiera amlfitana, sorrentina e Capri, il lago Maggiore e di Como, le Dolomiti, le colline toscane ed umbre, il Salento ed il Cilento, la Sicilia e la Sardegna, le Cinque Terre, il lago di Garda, Bologna, Parma, Ferrara, Mantova, Napoli, Torino, Palermo, Pisa, Siena, Pompei e Pozzuoli, la Murgia, Trieste, Milano, Il Gran Sasso, l'Isola d'Elba, tutte le isole siciliane e potrei continuare all'infinito.
E se si organizzassero sempre di più dei pacchetti completi per i turisti che permetterebbero dei tour su tutto il territorio nazionale?
Che ne pensate di sfruttare sempre meglio l'industria del turismo? O vogliamo far scappare via turisti?

mercoledì 20 aprile 2011

Articolo 1: "L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Non solo impresa. Il titolo del blog. Di tanto in tanto mi cimento in argomenti che solo in apparenza non hanno attinenza con le argomentazioni cardine del blog. In realtà in questo caso è appropriata l'affermazione "solo in apparenza".
Indubbia è la grandezza dei nostri padri costituenti, in questo articolo e non solo.
A me piace condividere con Voi una lettura dietro le righe.
Oltre alla menzione di quello che è un "gigantesco" valore di un grande popolo, il LAVORO, io leggo un riferimento ad una democrazia che armonicamente esercita il proprio diritto sovrano attraverso un inseme di regole. La costituzione quindi non è da me intesa soltanto come la carta costituzionale, ma come il necessario insieme di regole che un popolo, una comunità, un'aggregazione di persone, un'azienda deve adottare per una sana e corretta convivenza, e per ottenere un risultato, che può essere sociale, ma anche economico.
Quindi LAVORO, seguito da REGOLE. Ma regole vuol dire anche RISPETTO. Rispetto per le persone, per una comunità, per le cose. Il rispetto per gli altri, per il lavoro degli altri, per le cose degli altri e per quello che noi possiamo essere o non essere.

Non è sempre vero che il buono è soltanto all'estero, nel nord Europa, in America, nei paesi emergenti. C'è tanto di buono anche da noi. Ma bisogna vederlo e tirarlo fuori. L'Italia ha un pò dimenticato quanto i giovani sanno e possono fare, chiudendosi purtroppo in un antieconomica ed antisociale gerontocrazia.
Vorrà dire che i giovani dovranno riprendersi quello che per loro, con tanta fatica e gioia, hanno creato i nonni .... Dovranno guardare indietro, saltando una generazione

martedì 19 aprile 2011

La Lean Production: la visione "Lean", il kanban ed il just in time

Tornando sul tema a me caro della Lean Production, continuiamo le nostre riflessioni. Tornando sulla prima parola della definizione di Lean Production, che cosa si intende per "Lean" ed in cosa consiste una visione Lean?
La base della filosofia Lean consiste nel produrre non per poter "vendere", ma quando si deve "vendere". In tal senso sarà sempre il cliente a dettare i ritmi di produzione, mentre non sarà più possibile il viceversa. Il produttore lean dovrà adattarsi alla richiesta del cliente e l'azienda sarà tanto più competitiva quanto più velocemente saprà adattarsi alla domanda reale del cliente.
L'azienda avrà quindi la necessità di doversi organizzare definendo con precisione dove cominciano e dove finiscono i diversi processi e rendere chiaro, veloce e semplice il flusso del valore verso il cliente.
Il sitema kanban collega gli ordini dei clienti a tutte le operazioni e le attività di produzione. Si darà un segnale preciso alla linea di produzione di che cosa e quando produrre.
Si produrrà quindi in ottica pull, si tirerà la produzione secondo la domanda precisa del mercato e non si aggiungerà mai prodotto finito a magazzino senza ordine di acquisto.
Arriviamo quindi ad una produzione just in time, la giusta quantità al momento giusto, eliminando tutte le attività lungo il processo produttivo che non aggiungono valore per il cliente finale.


domenica 17 aprile 2011

La forza di Piacenza: agroalimentare, macchine utensili e meccanica, componentistica, logistica e servizi alle imprese

Leggete un pò qui:
L'agroalimentare spinge Piacenza


Dalla famosa coppa piacentina al formaggio grana, dal salame alla pasta fresca, ma anche allevamenti intensivi, viticoltura ed importanti coltivazioni di ortaggi e foraggi. Ed ancora: macchine utensili, macchine per lavorazioni meccaniche dalle tolleranze millimetriche, macchine a controllo numerico e per il packaging. Ed ancora valvole, pompe, componenti elettrici ed elettronici, utensileria e ricambistica,stampi industriali, macchine movimento terra e sollevatori. E poi logistica, logistica e logistica ... oltre ai servizi alle imprese di ogni tipo.
La forza di Piacenza sta in una varietà integrata di prodotti e servizi, in uno scambio quasi perfetto fra le imprese, in una vocazione innata verso l'export di qualità soprattutto verso paesi emergenti e paesi da sempre forti come la Germania, nel saper utilizzare un nodo stradale e ferroviario strategico.

Una disoccupazione nel 2010 al 2,9 %, estremamente contenuta rispetto a quella delle altre città emiliane ma soprattutto alla media nazionale ( 8,4 %). A conferma del successo di una città tanto operosa quanto gentile, tranquilla e rispettosa ..

venerdì 15 aprile 2011

Un utilizzo sano e redditizio degli spazi: tetto fotovoltaico

Utilizzare la superficie del tetto degli immobili industriali può essere un’idea sana e redditizia, una voce di fatturato in più per la nostra impresa. Perché non valutare un buon investimento e permettere anche agli spazi apparentemente inutilizzabili di generare valore?
Parliamo un po’ del fotovoltaico.
L’energia solare è trasmessa alla terra come radiazione elettromagnetica. Tali radiazioni, colpendo alcuni materiali semiconduttori (silicio), permettono ai fotoni di trasferire energia agli elettroni e di generare corrente continua.
Le celle fotovoltaiche convertono l’energia solare in elettricità ed hanno un rendimento che varia in funzione del materiale utilizzato, dell’orientamento dei pannelli e del sito scelto. Si distinguono n. 2 tipi di sistemi:
-          Stand alone, isolati dalla rete e che accumulano energia in apposite batterie
-          Sistemi connessi alla rete, che producono corrente continua che sarà trasformata in corrente alternata da un apposito “inverter” ed immessa nella rete elettrica.
Per definire la produttività di un impianto si utilizza il rapporto tra l’energia prodotta annualmente e la potenza nominale dell’impianto e il risultato di tale rapporto si definisce “Ore equivalenti”. (tali ore equivalenti variano da circa 1.100 ore/anno del Nord Italia, alle circa 1.700 ore/anno delle isole del Sud, quindi con un impianto di 1 kW avremo rispettivamente 1.100 kWh/anno e 1.700 KWh/anno)
 Il parametro su indicato può darci l’idea di quanto è possibile generare in un anno, e può quindi farci valutare il corretto dimensionamento dell’impianto.
Il costo dell’impianto ammonta, secondo alcune stime, a circa 0,60-0,70 €/KWh e costituisce al momento la maggiore criticità degli impianti fotovoltaici. Tuttavia niente paura! Attraverso il Conto Energia in vigore in Italia possiamo avere, oltre alla quota di energia prodotta dal nostro impianto, anche una quota aggiuntiva di ricompensa per ogni KWh prodotto ed ammortizzare prima il costo dell’impianto.
Per avere maggiori informazioni sul sistema fotovoltaico visitate i seguenti siti:
-          http://www.grtn.it
-          http://www.ilportaledelsole.it
-          http://www.enerpoint.it

Dalla meccanica il traino della ripresa per le PMI

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-04-07/dalla-meccanica-traino-ripresa-101229.shtml?uuid=AaNLgsMD

Come si potrà leggere dall'articolo postato i princiapali distretti industriali italiani segnano tutti un ottimo segno +. Essendo la ripresa trainata soprattutto dall'export, la meccanica fa da capolista. La chiave del successo è spesso collegata alla capacità di centrare le esigenze dei quei mercati internazionali che adesso si affacciano alle grandi "produzioni" tirate dalle loro domande interne e dalle nuove abitudini consumistiche (e, a mio parere, dalle nuove "mode") dei propri abitanti.
Se l'industria cresce nei paesi emergenti non può che crescere in particolare la domanda di macchine industriali, di macchine utensili e di accessori di "qualità" che fanno muovere queste nuovissime industrie.

giovedì 14 aprile 2011

La creazione del "valore"

Quante persone tra operai, impiegati, dipendenti ed imprenditori, consulenti ed azionisti, conosce, comprende e lavora con continuità alla creazione del "valore"?
Non c'è una risposta ma vorrei porre un punto di domanda.
La creazione del valore in azienda costituisce l'elemento portante della ragione sociale stessa dell'azienda.

Rientrando nell'ambito del processo produttivo la Lean Production si propone di identificare il processo che consegna valore al cliente, riducendo opportunamente le attività che non ne consegnano. Il processo di identificazione del valore dovrebbe essere oggetto di studio, e ad esso dovrebbero essere applicati i principi di eliminazione dello spreco.
La capacità di gestire in maniera opportuna un sistema di relazioni e di scambi, la capacità di utlizzare in maniera efficace lo strumento della comunicazione, la capacità di soddisfare le aspettative di una pluralità di soggetti, ed ancora .... la capicità di inquadrare tutto quello che in maniera "rapida", in maniera "continua" ed in maniera duratura "genera fatturato"

martedì 12 aprile 2011

La Lean Production ed il concetto di spreco

Più e più volte chi vive quotidianamente il mondo dell'industria, piccola o grande che sia, avrà sentito parlare, avrà studiato o avrà ripetutamente applicato i concetti della Lean Production.
La Lean Production può apparire, sopratutto se non la si conosce bene, un astruso concetto della letteratura industriale, scaturito da chissà quale teorico giapponese che uscito stremato dalla seconda guerra mondiale, trovandosi con poche risorse a disposizione e con un paese da ricostruire, non aveva di meglio a cui pensare. Non è invece un concetto così astratto.
Il concetto della Lean Production si basa su un principio fondamentale: l'eliminazione, in maniera spinta, di tutti gli spechi che possono comparire durante un processo produttivo. Il concetto di spreco va poi accompagnato con la stessa importanza ad un altro concetto fondamentale: la comprensione precisa del processo che crea "valore" per il cliente finale.
Assimilati in maniera chiara tali concetti si può partire con uno studio più approfondito e con un'applicazione reale e strutturata della "lean production" in modo da generare benefici all'impresa. 

Cominciamo, in questo post, con un'analisi dei possibili sprechi.

Generalmente possiamo avere sprechi per:
1) Compiere più lavorazioni rispetto a quelle richieste dal cliente o necessarie per il cliente e/o compierle per eliminare in errori che si sono generati;
2) Sovraprodurre, in termini di unità finite, rispetto a quanto necessario;
3) Avere troppi tempi di attesa;
4) Avere troppi stock materiali a magazzino
5) Avere troppi trasporti e/o movimentazioni di materiali e di risorse umane

Gli sprechi sopra elencati ad una prima lettura possono risultare banali. Si potrebbe pensare che nella propria impresa tali sprechi sono ridotti al minimo. Siamo proprio sicuri??
Si potrebbe pensare che le lavorazioni compiute in catena di montaggio piuttosto che nell'isola di montaggio della nostra carrozza ferroviaria o auto di lusso o macchina utensile, richiesteci dal nostro cliente X siano solo ed esclusivamente quelle necessarie. Perchè non cominciare un analisi delle sovralavorazioni in un dato periodo di tempo?
Siamo certi che il materiale necessario compia le minori movimentazioni possibili prima di arrivare in linea ed arrivi nei tempi e nelle modalità atte ad un rapido ed efficace allestimento "proprio al tempo necessario" ??
Con questa ultima affermazione tornerò in un prossimo post per continuare a studiare assieme il nostro processo produttivo.



lunedì 11 aprile 2011

Export, bando per reti di impresa in Emilia Romagna

E' aperto il bando, con scadenza 30 settembre, per reti di impresa in Emilia Romagna.
Per informazioni più approfondite cliccate al seguente link:
http://www.regione.emilia-romagna.it/notizie/attualita/Export-aperto-il-bando-per-reti-impresa

Materiale reperibile su: http://emiliaromagna.si-impresa.it/

Senza dubbio un occasione, in una regione con l'export che cresce a ritmi accelerati e che costituisce un indubbio punto di forza, per internazionalizzare la propria attività ed approfittare dei marcati esteri (extra-Ue) che nei prossimi anni saranno i nostri princpali clienti, con la possibilità di ridurre i costi e unire competenze e capacità delle singole imprese.
Meccanica, semilavorati, materie prime, ma anche alimentare, prodotti raffinati, macchine utensili su un territorio da sempre assolutamente non avaro di opportunità.

domenica 10 aprile 2011

Il vino crea lavoro: 200 mila addetti escluso l'indotto!

Mi piacerebbe postarvi un articolo del sole24ore:

http://www.ilsole24ore.com/art/economia/2011-04-07/vino-crea-lavoro


 Il settore vinicolo in italia fa impresa di qualità Se n'è parlato a Verona il 7 Aprile scorso alla fiera Vinitaly.
Mi piacerebbe approfondire in genere proprio quello che secondo me appare un gigantesco punto di forza dell'impresa Italia: la produzione alimentare di qualità, nel quale punto di eccellenza è ovviamente il vino. Giovani e meno giovani, perchè non puntare su questo settore? Perchè non approfittare di pianure verdeggianti e logisticamente integrate, di spazi favorevoli, di terre fertili e di terreni "eccellenti", di un clima spesso dolce, di una cultura che in campo alimentare è di sicuro la prima al mondo?!
Perchè non far diventare un gigantesco punto di forza un gigantesco motore di lavoro e ricchezza? Non è la solita frase scontata, e soltanto la riflessione che mi sovviene spontanea quando osservo paesi che sanno valorizzare in maniera spinta punti di forza di gran lunga inferiori a quello che è per noi l'agroalimentare... Tornerò su un argomento che mi sta a cuore ...


sabato 9 aprile 2011

Cruscotto aziendale: cosa scrivere

Spesso la redazione di un cruscotto aziendale è fonte non solo di dubbi circa l'utilità e l'applicabilità che lo stesso può avere (soprattutto nelle PMI), ma suscita numerose perplessità per quanto riguarda i contenuti.

Un cruscotto aziendale dovrebbe avere a mio parere pochi significativi dati, a cui andranno aggiunti, caso per caso, azienda per azienda, direzione per direzione, i dati che vengono ritenuti significativi per il business che si andrà ad analizzare.
Consideriamo il caso di un azienda di produzione, che opera principalmente su commessa. Ci interesserà sapere:
1) Produzione finita ( a pezzi finiti e collaudati oppure a work in progress collaudato) a consuntivo rispetto al budget.
2) Prelievo materiali e/o costo dei materiali a consuntivo rispetto al budget
3) Ore di manodopera consuntivate rispetto al budget e di conseguenza costo del lavoro consuntivato
4) Spese generali consuntivate sempre confrontate con un budget o programma
5) Numero di risorse consuntivate, e relativa suddivisione (soprattutto tra diretti ed indiretti) rispetto al budget del personale
6) Ore prodotte in rapporto ad ore non prodotte (le ore non prodotte andranno suddivise per cause)
7) Andamento degli ordini rispetto al budget

A ciò andranno aggiunte tutte le analisi che di volta in volta si renderanno necessarie, ma i pochi elementi su indicati ci potranno già dare un idea sufficientemente precisa circa l'andamento della nostra impresa.
Naturalmente lo scopo di questo blog è anche quello di portare sul tavolo delle dicussioni un cruscotto che possa essere, in maniera il più scientifica possibile, un indicatore esauriente dell'andamento della nostra impresa.

giovedì 7 aprile 2011

Distretti industriali: il triangolo del mobile imbottito di Matera, Altamura e Santeramo in colle

Spesso i prodotti a cui siamo abituati e di cui ci serviamo tutti i giorni come se fossero sempre esistiti sono frutto di un'idea geniale, che qualcuno ha avuto prima di noi.
Capire che il divano sarebbe diventato il "centro " della casa, il cuore delle "living room" ... che bisognava pur guardare la tv seduti in qualche posto comodo. E quindi, quale naturale conseguenza della televisione, nel boom irrefrenabile degli anni '50 e '60 ecco il divano!
Quello che viene definito il triangolo del mobile imbottito di Matera, Altamura e Santeramo in colle ha fatto la propria fortuna territoriale proprio su questo che noi definiamo un oggetto comune e scontato.
Geniale quanto il divano è stato il capire, da parte di questo territorio, che il divano sarebbe diventato di uso comune non soltanto in Italia ma anche e soprattutto nel più grande mercato dei consumi sfrenati degli anni passati (adesso forse ha lasciato il passo ...) : gli USA.
Piccole imprese, assieme ad altre molto più grandi si sono unite in maniera satellitare in un territorio ben definito, a cavallo di due regioni ma circoscritto alla Murgia, trovando forza nella grande specializzazione a cui ciascuna ha potuto dedicarsi e soprattutto al fatto che quasi come una catena di montaggio tutto concorreva alla costruzione del divano lunga una "linea geografica" che possedeva e possiede tutti i materiali, i mezzi ed il Know How di un prodotto vendutissimo.
La forza nella geografia, nel territorio, ed anche nel sud del ristagno e del disagio. L'Italia quando vuole ci sa fare!

PMI: passato, presente e ... reti d'imprese

Nel panorama industriale italiano non c'è dubbio che le PMI la facciano un pò da padrone. Talvolta quando sui giornali si legge di una nostra economia ahimè da "troppo" tempo "troppo" ferma non si considera da subito l'enorme potenzialità della bandierà tricolore: le PMI.
Nord est in primis, Emilia Romagna grande esempio, ma anche centro italia, Campania e Puglia, l'Italia delle piccole imprese pullula di opportunità. Spessissimo con meno di 20 addetti si va dalla meccanica, all'alimentare, passando per imprese di servizi più svariati, consulenza, software, ricerca & selezione.
Ma la grande crisi del credito e la concorrenza spietata del galoppante "Est del mondo" non ha risparmiato neanchè loro da mille fatiche, che ahimè troppo spesso hanno portato ad una soluzione drastica ...
Quale potrebbe essere la soluzione nell'immediato futuro per continuare una corsa forse appena iniziata?
Si chiama "Reti di imprese".
Un'alternativa per tutte quelle imprese che vogliano aumentare la propria forza e la propria competitività senza passare attraverso una fusione.
La rete di imprese, attraverso un contratto pubblico, permette alle imprese che lo sottoscrivono di collaborare nei campi rientranti nei rispettivi oggetti sociali, aumentando la propria competitività ed accrescendo con maggiore forza e, si spera minori costi, la propria innovazione.
Gli elementi fondamentali di questo contratto sottoscrivibile da più imprese alleate sono:
- l'individuazione di un obiettivo e di programma di rete
- l'individuazione di organo comune, con poteri di rappresentanza che esegua il contratto per conto delle parti
- l'istituzione di un fondo patrimoniale comune, piuttosto che la destinazione di un fondo destinato al progetto da parte di ciascun impresa.
Immaginiamo delle imprese alleate per la costruzione di un particolare componente per l'industria navale o aereonautica, dove un impresa verrà destinata al progetto, un'altra alla ricerca ed approvvigionamento dei materiali, un'altra alla costruzione del particolare.
Immaginiamo a produttori di salumi: chi si occupera degli allevamenti, chi dell'elaborazione del prodotto, chi del packaging, il tutto per un prodotto comune.
Oppure ad un progettoper la produzione della pasta fresca. Ci si potrebbe dividere i formati ....
Andando oltre. Imprese di ristorazione e/o agrituristiche. Si potrebbero progettare dei veri e propri itinerari enogastronomici per i clienti più esigenti. Adesso sto lasciando svagare la fantasia. E' un pò il mio difetto ...
Tornerò senza ombra di dubbio sull'argomento!

mercoledì 6 aprile 2011

Spesso grandi imprese nascono da piccole opportunità.

Demostene

Sono arrivato anch'io ...

Eccomi qua.
Era un bel pò di tempo che pensavo ad un blog. Un posto dover poter parlare un pò della mia professione, un pò dei miei pensieri ma soprattutto dove far nascere discussioni, dove scambiare consigli, dove far sviluppare piccole idee e farle diventare grandi.
Sono un ingegnere gestionale, classe 1981 (forse ancora giovane :) ) con un pochino di esperienza alle spalle nella grande-media impresa.
Mi piacerebbe poter discutere assieme a voi di come diventare .... intraprendenti! Vorrei parlare di piccola, media e grande impresa, di nuove tecnologie, di project management, di tecniche di controllo e gestione della produzione, di energia vecchia e di energia nuova, di economia, di finanza, di piccole - medie e grandi IDEE!
Sono qua .... una piccola idea che spero possa diventare grande!
Un caro saluto a tutti voi
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