lunedì 12 marzo 2012

Lo swap salva (per il momento) la Grecia. Ma cos'è lo swap?

Lo swap greco, un concambio sui 206 miliardi di obbligazioni elleniche in mano ai privati, sembra essere andato in porto. In cosa è consistito questo swap proposto dal governo di Atene? Il risparmiatore accettando lo scambio ha perso subito il 53,5 % del valore facciale del titolo mentre ha ricevuto per il 15% bond dell'EFSF con scadenza due anni e per il 31,5 % nuovi bond greci con legislazione britannica e scadenza fino al 2030 con tassi di interesse crescenti nel tempo fino al 4,3 %. Uno scambio obbligato per certi versi dal rischio di non ricevere proprio nulla in caso di default. Un operazione piuttosto complessa che si districa in un intreccio finanziario sul filo del rasoio.
Ma che cos'è lo swap? Lo swap è un accordo (un contratto) che prevede che due contraenti si scambino dei flussi finanziari calcolati con un criterio prestabilito a date prefissate. Insomma uno scambio di flussi che può risultare conveniente per entrambi.
Si può ad esempio stipulare un'accordo di swap, pagando regolarmente dei tassi fissi a scadenza ad una controparte, che invece si impegnerà a pagare dei tassi variabili su capitale in prestito ad altre date. Attraverso questi due scambi in date diverse i due contraenti potranno sfruttare i vantaggi di entrambi i tassi. In parole più semplici, una banca che può avere interesse a rimborsare a tasso variabile ed un azienda od un privato che invece può preferire il tasso fisso, potrebbero accordarsi per uno swap e scambiarsi flussi in date diverse.

Per tornare in argomento Grecia troviamo i Cds, i Credit Default Swap, uno swap che è come una polizza assicurativa. In cambio di un premio versato regolarmente ci si protegge contro il default di uno Stato o di un istituzione finanziaria. Se c'è il fallimento chi ha venduto il Cds dovrà restituire il capitale garantito.
Insomma sulla finanza ce n'è tanto da capire. E tutto si basa sulla differenza di interessi e di necessità di due controparti. Se tutti avessero le stesse esigenze e gli stessi "comportamenti" la finanza avrebbe poco da "vendere".

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