giovedì 28 marzo 2013

Trovare lavoro? Amici e parenti il canale preferenziale

Ci piacerebbe parlare di numeri positivi e di condizioni in miglioramento per la platea di coloro che cercano lavoro.
Ed invece le statistiche (a quanto pare autorevoli) parlano del solito canale preferenziale nella ricerca del lavoro. Quale?

Amici, parenti, conoscenti ovviamente.
Il metodo più facile e più utilizzato per la ricerca di un'occupazione è il passaparola tra amici e parenti.
Nulla di male quando non si tratta di "raccomandazione".
Ma può reggersi tutto su questo metodo? Come aspettarsi un miglioramento da un mercato del lavoro che ormai peggiora da oltre 5 anni? Meritocrazia ed un appropriato incontro tra domanda ed offerta dove sono?

Le statistiche parlano di un peggioramento della disoccupazione anche in seguito alla legge 92/2012, la riforma Fornero per intenderci. Neppure i contratti atipici sembrano più far gola.
E fra i lavoratori atipici nel 2010 soltanto il 32% non è più atipico dopo 12 mesi dalla rilevazione, mentre il 42 % lo è ancora ed il 25% non ha più un'occupazione. (Fonte Sole24Ore)
C'è un dato più allarmante di questo?

Mi piacerebbe un dibattito serio su questo tema e soprattutto sarei contento di una politica che mettesse al centro della propria attività il problema del lavoro inteso non soltanto come politica di rilancio e politica espansiva ma anche attraverso una "riforma sociale e culturale" che sappia mettere le opportunità in primo piano, che sappia favorire le idee incentivandole in tutti i modi possibili, che insegni il metodo e favorisca il confronto, che valorizzi i singoli ed i territori per quello che è la vocazione prevalente.

Non mi stancherò mai di dirlo. Il dibattito deve avere inizio e durare a lungo con azioni immediate e concrete.


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