lunedì 2 aprile 2012

La terra dei paradossi

Due cose mi trovano in assoluto disaccordo. Due cose mi trovo spesso a combattere, a spiegarne il mio disappunto, a capirne il motivo per cui sono tanto diffuse:
- I luoghi comuni
- La negazione dell'evidenza dietro presunte controparti che avrebbero il potere di cancellare qualunque cosa

Ad un estremo sicuramente luoghi comuni, ma dall'altro, e più spesso, negazione della realtà: è' quanto spesso accade nel parlare e nel capire la città partenopea, i suoi abitanti, i suoi paradossi, la sua cultura, la sua influenza, i suoi troppi problemi.
Quando si guarda ad esempio alle piccole città del Nord, piuttosto che a quelle del centro od anche a qualcuna del sud è possibile cogliere piccole sfumature e piccoli aspetti. Ogni città ha alcune peculiarità. Un tessuto sociale abbastanza definito ed una buona vivacità economica al centronord. Spesso molta arte e cultura. E di arte e cultura si parla spesso anche in moltissime città del Sud, magari con qualche problematica socioeconomica assai discussa ma in evoluzione.
Quale colore vi ispira la maggior parte del territorio italiano? Qualcosa di sfumato, tinte pastello.
Quale colore vi ispira Napoli? Allora qua tutto cambia. Finisce la tinta pastello e colori chiarissimi e scurissimi si combattono e si alternano.
Particolarità uniche stridono talvolta in maniera abbastanza assurda.
Lo stridio tra costiere, isole e strapiombi sul mare che il resto del mondo non ha ed una criminalità capillare è davvero inudibile.
Il frastuono creato tra i patrimoni dell'Unesco e reperti archeologici millenari da un lato e la "monnezza" dall'altro è insopportabile.
Il fastidio che genera la coesistenza di un clima dolce e salubre con un enogastronomia invidiabile generato dal massimo della "mediterraneità" da un lato e la situazione di perenne insicurezza mista alla diffusione ormai generale di un orribile degrado urbano dall'altro non riesco nemmeno a descriverlo.
L'empatia e la giovialità di talune persone in coesistenza con l'aggressività e l'assoluta irrispettosità di altre è quanto di più paradossale si possa immaginare. Generando angoscia nei più sensibili ..
Eppure taluni paradossi non sono assolutamente in equilibrio tra loro. Cancellano parte di quella bellezza decantata in secoli di letteratura e sono il motore di una sofferenza sociale del tutto singolare in una democrazia occidentale. Alimentando una ben nota ed inspiegabile "malinconia".

Non pensate che siano pochi gli studiosi, i giornalisti, i filosofi, i sociologi e gli economisti che cercano di dare una spiegazione ed una "definizione" ai problemi partenopei, spesso condivisi con tutto il Sud, troppo spesso solo partenopei.
Napoli è stata in passato un crocevia di popolazioni che l'hanno depauperata ed hanno creato un mix di persone e di culture tra loro coesistenti?
E' stata oggetto del desiderio di troppi popoli e "Regni"?
E' stata depredata delle ricchezze contestualmente all'Unità d'Italia"?
Sono stati gli spagnoli? Ed in che modo?
C'è allora analogia tra i problemi di Napoli e quelli dell'America Latina (come ad esempio la criminalità) ed il tal senso c'è un legame con la dominazione spagnola?
Come mai gli investimenti industriali dell'ultimo secolo non hanno funzionato? Quale ruolo e responsabilità gioca il resto d'Italia?
Troppe domande e poche risposte.

Forse una qualche "prima" spiegazione ai troppi paradossi si può trovare.
Il mix di popoli e culture ha potuto generare la necessità di difendersi da un aggressione che talvolta può essere fisica, altre volte culturale o morale. E non è facile doversi difendersi continuamente.
Il modo più semplice di farlo per l'uomo è spesso usando la violenza. La minaccia.
Che cosa fa più paura della "minaccia fisica"? Che cosa si vuole proteggere di più che la propria incolumità fisica e quella dei cari? Per proteggere il proprio benessere, che in fondo in fondo, con un oscuro gioco subdolo, è sempre collegato all'incolumità fisica, si accettano compromessi.
Se al bimbo piccolissimo si insegna che il modo più facile di guadagnarsi il rispetto è la minaccia, questi avrà una convinzione naturale che sia effettivamente così. E ne tramanderà il metodo. Se allo stesso bimbo non si insegna subito cos'è il rispetto per le cose e non si insegna il rispetto per la vita, per le necessità, per le abitudini, per la libertà delle altre persone sarà molto difficile farlo poi quando sarà adulto. Perchè si impara quasi sempre per analogia ed osservando il mondo che ci circonda. Ed i comportamenti dannosi ed irrispettosi si diffondono troppo velocemente per poterli arrestare con facilità in mezzo a milioni di persone in pochi chilometri quadrati....
Come si risolve tutto ciò? Come si può avere la possibilità di godere soltanto di una splendida costa sotto un sole non troppo caldo nè troppo freddo? Con fiumi di denaro pubblico sperando che questi generino lavoro? Non penso.

I problemi di tipo "culturale" si risolvono con la cultura. Soltanto la scuola, la scuola ed ancora la scuola. Soltanto una promozione che dovrebbe essere forsennata della cultura. Un quasi obbligo alla "cultura continua". E per far ciò sono necessari programmi speciali per questo territorio e l'ordinarietà può funzionare solo dopo aver risolto alcune tendenze di tipo, appunto, "culturale".
A questo poi andrebbe aggiunto qualcosa a cui si pensa poco: una redistribuzione urbana, incentivando lo sviluppo di zone più lontane da Napoli ed ancora rurali e disincentivando l'eccessiva densità abitativa in alcuni comuni.

Ed una notte ci si sveglia e non si riprende il sonno. E si capisce per sempre che tutto ciò non ci appartiene. Che non si è, che non si vuole e che non si accetta.
Ci si accorge di essere magari proprio quel mix di cui si parlava. Ci si accorge di avere una concezione diversa del rispetto. Di avere una sensibilità un pò più silenziosa, riflessiva. Che ci da serenità un tranquillo villaggio dai tetti tutti uguali.
Di essere, forse, quel mix fra latini e qualcuno che veniva da qualche lontano bosco di conifere e betulle, alla ricerca di un bel sole ..
Senza possibilità di negare cio che si è.

4 commenti:

  1. Come hai ragione mio caro Fabrizio.

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  2. Questo articolo mi ha messo ansia

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  3. Forse i problemi nascono da una storia di sudditanza anzichè di cittadinanza. Forse Napoli non ha ancora imparato a governarsi.

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  4. Beh. Potrebbe essere il momento buono

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