giovedì 7 giugno 2012

I trasporti su rotaia volano per la crescita

Immaginate cosa c'è dietro un treno ad alta velocità?



Un equipe di progettazione fatta di centinaia di persone (non è un numero esagerato), migliaia di operai meccanici, carpentieri, verniciatori, elettricisti, tubisti, arredatori, ed ancora grandi magazzini, strutture di logistica ed addetti alla produzione, ai tempi e metodi, al coordinamento di grandi commesse.

E materiali complessi. Impianti di condiziomento giganteschi, chilometri e chilometri di cavo, milioni di viti, capicorda, normaleria varia, schede elettroniche, tubazioni, valvole di varia specie, sistemi di controllo, centraline, sensori ed ancora pannellature delle più varie specie, vetreria speciale, sedili. E non finisce. Sistemi di controllo di bordo di ultima generazione, sistemi di comunicazione, sistemi di controllo e gestione delle porte, carrelli rispondenti necessariamente alle ultime normative in materia di sicurezza.

Dietro tutto ciò ci sono migliaia di persone. Che molto spesso, magari con la stessa impresa, pensano anche alla manutenzione corrente, correttiva, preventiva.
Ma tra treno ad alta velocità e treno per il trasporto regionale, o metro o tram che sia non c'è molta differenza nell'impegno e nello sviluppo di un progetto altrettanto complesso.
Le stesse persone lavorano talvolta anche per i mezzi su rotaia "urbani".

Altre invece lavorano per gestire questi mezzi e per soddisfare una domanda di trasporto pubblico sempre crescente. Crescente per i mutamenti culturali, urbani, architettonici, di costume, economici che avvengono e che stanno per avvenire. Persone che devono garantirti la disponibilità ed il funzionamento dei mezzi, la loro efficacia ed efficienza, la loro sicurezza. C'è tanto dietro tutto ciò. Ne so qualcosa.

E il caso di ripensare alle infrastrutture in questo senso?
Forse i sistemi di trasporto potrebbero contribuire allo sviluppo economico e sociale di un paese in affanno?
E contribuire a toglierlo da una fastidiosa obsolescenza?

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