giovedì 25 aprile 2013

Laddove la Via Francigena

........ si incrocia con le vecchie mura c'è un brusio di biciclette e di passanti che avidi si godono i primi accenni di primavera.
Mi piace girarci a partire da Aprile nel primo od anche nel tardo pomeriggio: una timida afa batte sulle finestre semichiuse.

E' già caldo ed il profumo è intenso.
I vicoletti sono tranquilli, colorati, uguali al visitatore disattento, pieni di dettagli a quello accorto.
Regolari e puliti si affacciano sull'affanno dei nostri giorni.

Passo in bici. Il verde è accecante, il cielo oggi è limpido. Si corre tra un chiacchiericcio poco assordante ma numeroso, sempre più numeroso, giorno dopo giorno.

Chi c'è dietro la finestra nelle casette dai colori pastello, in ordine alternate?

La vecchi signora, sospirante e melanconica, parla al telefono con pacatezza. Ricorda il passato recente ma ama raccontare quello più lontano. Ama parlare, vuole essere ascoltata.
E' stanca. Non capisce perchè. Aspetta l'avvicinarsi della calura, quasi come una liberazione dal gelo stringente, continuo ed umidiccio.
Sente il bimbo alla porta accanto: ignaro gioca. Qualcuno lo zittisce. Esce. E' sereno il bimbo, non ha paura.

Il signore un pò attempato, ma neanche troppo. Tanti anni or sono era venuto da così lontano.
Affaticato. Ha lavorato col caldo e col freddo. Quei magazzini così pieni. Quei pilastri, quelle macchine, quell'odore di combustione, di polvere e di vento.
La moglie, coperta, lo guarda attenta.

Giri l'angolo, non lontano da dove ascolti il passaggio dei treni, le vie del corso con Via Roma.
Eccolo lì, giovane, ancora in vigore. Pulito, curato e gentile.
Pensa a quello che sarà. Per ora è tranquillo. Non vuole il freddo. Non vuole confusione. Non vuole l'ignoto.
Socchiude il piccolo balcone con affaccio diretto sullo stradello. Ha già caldo ed ansima sul lettino. E spera. Pensa, farebbe, direbbe, strapparebbe ed incendierebbe.
Pensa ancora e progetta.
Ha capito.
Ha capito.

Quelle piccole strade si irradiano dal bel Corso, brulicante di vita a dispetto di quel che si dice.
Finito il Corso il Faxhall si apre luminosissimo, pieno di alberi, di verde, di giallo-verdi chiarori, di insetti, di bici, di walkman mini, di mp3 e pure 4.

Mi piace girare. Osservare. Sospirare nel profumo e nella lieve afa.

Quelle stradine si stringono numerose nella lentezza operosa e in un silenzioso rispetto.

E con la bici, veloce e poi piano, mi ritrovo in questo rassicurante, distratto e sicuro .. rispetto.

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