"Giovani rampanti intraprendenti fanno passi da gigante nei debutti in società"...
Sentivamo questo in una nota canzone degli anni '80.
Eppure il profilo dello startupper italiano digitale, secondo la tesi di laurea di Niccolò Meroni, è per fortuna di una persona giovane: maschio, trentenne, dal nord, di solito laureato in ingegneria e con un passato recente da dipendente (fonte repubblica.it)
Sono per caso io??????
E' il caso di dirlo: c'è tanta parte buona nei giovani di oggi. Si cerca il futuro laddove è difficile immaginarlo e si cerca di mettere a frutto non solo l'esperienza degli studi ma anche quella del lavoro.
Oltre ad essere giovani (spesso maschi ed è un peccato direi..) si tratta spesso di persone laureate appunto in ingegneria oppure in economia con un piccolo passato da dipendenti alle spalle.
Le startup nascono di solito tra amici (gruppi dalle 2 alle 4 persone) e si tende ad avere grossomodo un'omogeneità culturale.
Altro aspetto positivo? Spesso si tratta di startupper.... "seriali"! Si dà vita ad un'impresa e ci si trova gusto tanto che se ne fondano delle altre, magari con altri soci.
Un esempio al volo? Emanuela Zaccone e Fabrizio Capobianco che nel 2012 danno vita a Tok.tv per la produzione di applicazioni second screen che riproducono su tablet l'esperienza di guardare la televisione assieme agli amici anche se sono lontani... singolare direi....
E poi ancora hanno fondato Aida Monitoring per trasformare le conversazioni dei social media in strategie di comunicazione.
La parte più dura? Districarsi nella buracrazia tutta italiana e cercare i finanziamenti.
E' il caso di semplicare allora un pò alla vita ai "giovani intraprendenti"?
Cosa aspettiamo???
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