Prima di abitare nella "nordica" (si fa per dire) pianura padana ho abitato per tanto tanto tempo al Sud, nella densa provincia meridionale costiera di Napoli.
Da quelle parti recarsi nella metropoli partenopea vuol dire percorrere l'autostrada A3 nel tratto Napoli-Salerno. E l'ho percorsa per un bel pò di tempo tutte le mattine.
Conosco perciò benissimo la rabbia e lo stress degli automobilisti (soprattutto pendolari) nel percorrere un cantiere infinito, dove si sa quando si entra e non si sa quando se ne viene fuori. E non è uno scherzo.
L'A3 è purtroppo nota in Italia per essere un cantiere dove fiumi e fiumi di denaro pubblico si sono succeduti negli anni. Purtroppo però non si è ancora avuto, dopo 50 anni dalla posa della prima pietra (nel tratto Salerno-Reggio, mentre da Napoli a Pompei e poi Salerno si è cominciato già negli anni '20) il completamento, o meglio l'ammodernamento dell'autostrada.
Interi tratti per tantissimi chilometri non hanno ancora iniziato l'ammodernamento e si presentano ancora nella obsoleta conformazione di due (strette) corsie senza corsia d'emergenza in un territorio geologicamente difficile.
Tratti più fortunati, si fa per dire, si presentano come un eterno cantiere, dove i lavori sono cominciati da dieci, quindici, venti o trent'anni, ma le corsi sono sempre due o ... magari due ancora più strette e delimitate dal cantiere e dai mezzi di lavoro.
Sono bastati i soldi che sono arrivati nel corso dei decenni? Sono bastati i centinaia di lavoratori che hanno cominciato il proprio lavoro ma non l'hanno finito perchè cause di forza maggiore (magari soldi finiti) l'hanno interrotto? Sono bastati i centinai di incidenti, spesso mortali che hanno infangato questa strada che fa parte "dell'Europa" e che si spaccia per corridoio del meridione? E' bastato lo stress davvero forte che i pendolari subiscono tutti i giorni per percorrere i tratti con maggiore densità (come appunto il tratto Napoli -Salerno) o i vacanzieri stanchi che l'hanno successivo pensano ad altre mete? E' bastato l'enorme danno economico-logistico che hanno subito la Campania, la Basilicata, la Calabria e la Sicilia nel corso dei decenni? E' bastata la strozzatura economico-sociale che una strada non in grado di sostenere un traffico veicolare massiccio soprattutto di camion comporta?
Forse è ora che chi deve porsi le domande se le ponga velocemente. E metta fine a questo scempio, regalando una strada di collegamento decente ad un territorio che deve crescere, che ha bisogno di comunicazione di merci, di persone e di idee per avvicinarsi alla civile Europa o fosse anche soltanto al Nord Italia.
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