Ritardare lo sviluppo della banda larga costa all'Italia fino all'1,5 % del Pil. Questo è quanto dichiarato dal presidente dell'Autorità di garanzia nelle comunicazioni (Agcom), Corrado Calabrò.
Vi sembra poco?
E sempre più italiani (circa 27 milioni) hanno accesso ad internet, alla grande rete di comunicazione che ha caratterizzato gli ultimi tempi, tanto la società quanto l'economia. La connessione sia fissa che mobile e le tecnologie ad essa collegate hanno uno sviluppo ed una diffusione impetuosa ed ormai il settore delle telecomunicazioni arriva a pesare quasi il 3% del pil.
Secondo l'Agcom la rete fissa è ormai satura, mentre quella mobile potrà entrare in crisi a singhiozzo. Urge lo sviluppo della banda larga ed ultra larga. Ma cosa vuol dire avere uno sviluppo capillare della banda larga?
Nulla è più calzante a mio avviso del paragone con una città dotata di ottime infrastrutture ed efficiente nei sistemi di trasporto. Chi vive in una città dove la metropolitana ci fa arrivare ovunque ed in poco tempo, dove i trasporti sono efficienti, dove non si perdere tempo nel traffico e dove le strade sono costruite ed estese in maniera razionale ed efficace può comunicare facilmente, può spostarsi per piacere o per lavoro velocemente e sottrae meno tempo alle proprie attività ed ai propri impegni. Lo sviluppo della rete e di internet vuol dire sostanzialmente questo.
Comunicare, farsi conoscere, conoscere ed imparare, sapere (e saperlo quando serve), vendere, acquistare, promuovere, migliorare e costruire. Con grandissima velocità, cosa un tempo impensabile.
L'efficienza e l'efficacia delle rete può promuovere lo sviluppo dell'economia e la creazione di nuove opportunità di lavoro grazie soprattutto alle possibilità aperte alle imprese.
Se si guarda alle PMI che utilizza internet anche come portale di vendita e promozione siamo ancora a livelli troppo bassi. E se circoscriviamo l'analisi all'internet economy, si stima in Italia un valore di circa il 2% del pil contro valori sensibilmente più alti per Francia, Germania e Gran Bretagna, dove ormai in rete si fa praticamente tutto, dalla spesa corrente alle compravendite immobiliari, con una capillare offerta di beni, di servizi e di conoscenza.
Urgenti diventano quindi gli investimenti sul potenziamento della rete fissa e della rete mobile, delle infrastrutture per la comunicazione così come della cultura della rete.
Siamo sicuri di conoscere a fondo le potenzialità della rete? Invito tutti ad un'analisi approfondita ed alla ricerca di nuove opportunità.
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