Chi non ricorda le feste Tupperware? Tante tante signore, giovani e meno giovani, con o senza bambini, tutte riunite a casa dell’amica di turno dalla “dimostratrice”, sorridente, di solito simpatica, con mille contenitori ermetici colorati.
Eppure non bisognerebbe parlare di ricordo perché dopo 60 anni le feste tupperware, una delle iconeanche del boom 60-70-80 dell’occidente, esistono ancora, in occidente ma oggi ancor di più nell’oriente e nei paesi in via di sviluppo.
Forse non sapevate che il famoso contenitore innovativo, rivoluzionario, fu lanciato nel 1946 negli Stati Uniti e fu messo in vendita nella maggior parte dei supermarket. Un flop gigantesco!!! Un flop dovuto principalmente al fatto che la gente non capiva e non conosceva le caratteristiche del prodotto, scegliendo principalmente sulla base del prezzo più conveniente. E fu così che negli anni ’50 venne lanciata la formula vincente della dimostratrice a domicilio, una figura di solito femminile che ha rappresentato anche una rivoluzione culturale al “rosa”. Nel post guerra infatti non è più soltanto l’uomo che lavora e sbarca il lunario ma pian piano anche la donna si ritaglia spazi sempre più consistenti di autonomia, dimostrando le proprie abilità talvolta superiori in diversi campi.
E le dimostratrici dovevano e devono essere delle brave commerciali, in grado di creare familiarità, di far gioire un gruppo di amiche e di dare molto molto colore anche alla vita domestica. Un colore, una familiarità, l’immagine di una casa come posto accogliente, funzionale e sicuro, dove le amiche scambiano opinioni e consigli. Un colore che dipingesse il quadro a tinte fosche che era stato dipinto dalla grande guerra in occidente …
Una strategia di marketing molto efficace.
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