Lo dice la fondazione Symbola, fondazione per le "qualità italiane", di cui vi segnalo il sito:
Fondazione Symbola - Qualità made in Italy
e ne parla il Sole24ore il 3 Luglio u.s. : Dalla cultura la molla per creare sviluppo ed occupazione
A quanto pare non possiamo definirci ultimi in tema di industria culturale, un industria che nel mondo conta 6,5 milioni di occupati.
In Italia l'industria della cultura è principalmente concentrata in Lombardia e Lazio. Andando in dettaglio nelle città le capoliste sono senza dubbio Milano, Roma, Bologna e Torino.
Roma da sempre animata dall'industria del cinema, della musica e dell'editoria in senso stretto. Milano anch'essa fortemente orientata all'editoria ma anche e sopratutto nell'industria del design e dei servizi alle imprese.
Strategia da perseguire, a mio avviso, è puntare in Italia anche ad un terziario di qualità, facendo leva sui grandi punti di forza del nostro paese costituiti in primis dalle enormi potenzialità turistiche, dalla radicata e famosa cultura "gastronomica", dal grande "nome" legato al design ed alla moda e dalla pur forte vocazione alle arti ed allo spettacolo di qualità. Ed ancora tutte le produzione (mobili, motori ed automotive in genere, capi d'abbigliamento, occhiali, piastrelle, nautica, biomedicale) fortemente radicate ad un territorio ed espressione culturale dello stesso. Fare un prodotto che possa evocare la forza e l'anima di un territorio, un nuovo punto di partenza per le nostre imprese (magari al Sud).
E per far sì che finalmente la ripresa possa partire è fondamentale saper fare leva sui network di imprese in grado di dare forza e competitività alle nostre PMI, attraverso una studiata catena del valore fra i vari partecipanti alla rete.
Tutto ciò deve essere l'inizio di una piccola "Rivoluzione Culturale", rivoluzione di cui il nostro paese ha assolutamente ed, ahimè, tassativamente bisogno affinchè i giovani facciano un pò come i loro nonni...
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