In un Italia post - bellica sconvolta dalla guerra ma desiderosa di ricostruire, nasce e si sviluppa una storica eccellenza italiana: le ceramiche di Sassuolo e dintorni, un distretto sviluppatosi lungo l'asse Sassuolo - Fiorano e che ha visto coinvolti una buona parte dei comuni pedemontani tra le provincie di Modena e Reggio Emilia.
Il boom edilizio e la crescita esponenziale del settore delle costruzioni edili e civili per la ricostruzione post bellica ha permesso un rapidissimo sviluppo di quelle che erano poche decine di imprese di produzione di ceramica per pavimenti e rivestimenti, portandole già alla fine degli anni '60 ad oltre 200.
Alla fine degli anni '70 il distretto di Sassuolo registra il 40 % della produzione "Mondiale" di ceramica ed oltre il 60 % di quella europea, diventando il leader mondiale nel prodotto.
La ridotta entità del capitale necessario alle fasi di start-up e l'ampia disponibilità di competenze specifiche indussero le banche locali a sostenere ampiamente l'avvio di nuove imprese del settore fino alla fine degli anni '90. A questo va aggiunta l'ampia disponibilità locale della materia prima e la presenza di manodopera proveniente dai territori agricoli limitrofi e dal sud. La densità di imprese del settore e dell'indotto viene così portata ad oltre 60 per Km quadrato, un esempio forse unico in Italia, grazie anche all'eccellenza dei risultati raggiunti.
Ed oggi?
Quasi 300 imprese, 38.000 addetti, 6500 milioni di fatturato annuo.
Un settore purtroppo enormemente colpito dalla crisi, crisi derivante sia dalla domanda estera crollata sia alla forte crisi degli ultimi anni del settore immobiliare.
Nell'ultimo anno si è però avuta una ripresa della domanda estera di ceramica, dovuta sostanzialmente alla crescita dei mercati riguardanti i paesi in via di sviluppo, oltre ad una timida ripresa della domanda interna.
Ma il distretto va senz'altro sostenuto, nella ricerca, nella qualità, nel credito. Un settore che può e deve saper utilizzare lo strumento delle reti d'impresa a sostegno della propria competitività.
Uno sviluppo che deve partire dall'idea di nuovi prodotti, dalla ricerca di materiali innovativi, e sopratutto da una qualità che solo l'Italia può e deve dare.
E mica pensabile essere superati dalla produzione spagnola o brasiliana?
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