Quante volte abbiamo sentito queste due "magiche" quanto diffuse parole? Dai banchi di scuola a quelli dell'università, dai nostri clienti ai nostri partner, fino a finire ai nostri consulenti, capi o collaboratori.
Su "Wikipedia" c'è scritto nella definizione di efficienza:
"L'efficienza è la capacità di azione o di produzione con il minimo di scarto, di spesa, di risorse e di tempo impiegati"In estrema sintesi fare efficienza vuol dire esser capaci di compiere il nostro lavoro ottimizzando le risorse che si hanno a disposizione.
Essere "efficaci"vuol dire raggiungere con successo gli obiettivi prefissati.
Un azienda che produce per commessa, ad esempio, è efficace quando risponde pienamente alle aspettative del cliente, consegnando un prodotto ritenuto da quest'ultimo soddisfacente. Sara poi efficace se lo avrà fatto con "econmicità", utilizzando al meglio le risorse stanziate e con un guadagno congruo per gli azionisti e/o investitori.
Le due definizioni possono risultare semplici e banali ma dovrebbero essere estremamente chiare (e quindi costituire un constante e preciso obiettivo) per l'intera comunità aziendale, per tutti i lavoratori, per tutti i soggetti facenti parte della catena del valore.
Un valido (anche se generico) indicatore dell'efficienza può essere una misura della produttività del lavoro intesa come (Quantità di output) / (Ore lavorate).
Ancor più genericamente un indicatore dell'efficacia può essere ricavato come rapporto tra gli obiettivi ed i risultati raggiunti.
Non mi stanco di ripetere l'importanza di queste due piccole parole. Due parole importanti per la società, per il lavoro, per lo sviluppo sociale ed economico, per i giovani.
E per aumentare l'efficienza e l'efficacia delle imprese deve esserci anche "tanta" ricerca!
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