Non è mia intenzione fare politica e parlarne in questo blog. Ragiono ( e cerco sempre di farlo) su dati oggettivi. L'oggettività deve prevalere quando si parla di imprese.
Quello che in Europa è "flessibilità", in Italia diventa inevitabilmente "precarietà".
Si parla di flessibilità quando, nell'ottica di un incarico professionale preciso e determinato nel tempo, esigenza di picchi e di mutevoli esigenze dell'impresa, un fitto sistema di WELFARE dello Stato garantisce sostentamento e dignità anche quando, colpa delle inevitabili fluttuazioni del mercato e della domanda di lavoro, questi incarichi mancano. (vedi Nord Europa)
Si parla di precarietà quando, un welfare efficace ed efficiente, non c'è. (vedi Italia)
Si parla di flessibilità quando, nell'ottica di un ovvio beneficio per il sistema economico e per il benessere sociale, lo Stato mette in campo validi strumenti affinchè il reinserimento per il lavoratore senza incarichi avvenga il prima possibile, interrompendo l'assistenza ed alimentando anche il circolo virtuoso del fisco, che ha permesso questa assistenza. (vedi Nord Europa)
Si parla di precarietà quando, come Italia, tutto questo non c'è (o non è efficace).
Parliamo di impresa.
Quanto è produttivo, quanto valore crea un lavoratore "precario"?In Italia, meno di quello non precario. Il mancato equilibrio psicologico, l'ansia da precarietà e la ricerca di un nuovo lavoro più stabile non certo giovano ai nostri indicatori di efficienza .......................
Parliamo di economia.
Se un lavoratore precario sa di non essere ben assistito in caso di perdità del lavoro, quanto pensiate che possa spendere in casa, cibo, divertimenti, viaggi, auto/moto, abiti, elettronica, comunicazioni, etc.? Il minimo indispensabile. Aumenta la propensione al risparmio e, come un meccanismo non ben lubrificato, stride, gira lentamente, e può anche bloccarsi.
Allora cara Italia, bellissimo, artistico, gioviale, solare, industriale, buono e dolce paese, vuoi, come un auto sempre più vecchia e poco manutenuta, inevitabilmente fermarti e finire?
No?
Allora affidati alla tua risorsa più grande: I GIOVANI .....
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