Eppure gli eventi per il 2013 non mancheranno. Primo fra tutti nel nostro paese le elezioni politiche.
Ma possiamo finalmente dire addio alla sfiducia sui mercati ed alla stretta creditizia per le imprese? Avremo finalmente un tanto agognato segno più per esportazioni, occupazione, investimenti? (come vedete non ho parlato soltanto di PIL, che con tutta probabilità viene molto dopo...)
Avremo ancora recessione, stagnazione, sarà un anno di scelte e di confronto oppure si tornerà a crescere?
Non è assolutamente facile dare una risposta, anche se un probabile scenario di "ragionevole continuità ottimistica" è piuttosto immaginabile.
Nel mondo giocheranno una grande partita come sempre Stati Uniti, Cina ed alcune grosse economie emergenti. Molto dipenderà dalle politiche di Obama e dagli accordi (o disaccordi) del Congresso, dall'ulteriore apertura della Cina e dalle sue riforme, dalla domanda interna di tutti gli emergenti.
Ed in Europa? La Germania sarà ancora il maestro di orchestra? E cosa dire della Grecia e della Spagna? E... l'Italia?
Occhi puntati ovviamente sulle elezioni ma, indipendentemente da tutto sarà fondamentale il cammino delle riforme, quelle che devono contribuire in maniera sostanziale all'ammodernamento del nostro sistema economico e sociale, al taglio degli sprechi e delle spese legate a privilegi, agli investimenti non soltanto in infrastrutture ma soprattutto nella scuola, nella cultura, in un welfare intelligente e davvero utile. Riforme per un fisco equo e che guarda meno alla classe media, per un'azione decisa nell'incoraggiare le imprese ad investire, per una regolamentazione del credito equa ed attenta alle aziende più piccole.
Da questo dipenderà l'economia per noi e per gli altri. E da questo dipenderà la tenuta del nostro sistema sociale ed uno sviluppo che rappresenti davvero un benessere non soltanto monetario, non soltanto di privilegio, non fatto di chiacchiere, di illusioni, di becero e ritrito spettacolo.
Ancora buon 2013!
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