Niente paura! Parliamo di scenari estremi, altamente improbabili. Nessun allarmismo.
Ma cosa si intende per default di uno Stato? Che cosa succederebbe in concreto, in questo fantomatico e rarissimo caso, ai cittadini?
Lo Stato è come una gigantesca impresa, un impresa che guadagna della imposte e tasse (IVA, IRFEF, IRES, etc,) e fornisce beni e servizi come pensioni, servizi sanitari, pubblica sicurezza, istruzione, etc.). E come tutte le imprese può anche "fallire". Cosa vuol dire?
Se ciò accadesse lo Stato non sarebbe più in grado di far fronte al proprio debito, al debito pubblico, ed ai relativi interessi sullo stesso. Non sarebbe più in grado cioè di rimborsare i creditori dei propri titoli (i titoli di stato) acquistati sul mercato.
Il fenomeno assumerebbe particolare gravità nel caso delle banche possidenti questi titoli. Queste ultime infatti "incepperebbero" in una grave crisi di liquidità a causa dei mancati rimborsi con il rischio concreto di default. La notizia si diffonderebbe tra i depositari dei conti correnti i quali, presi dal panico, tenterebbero di ritirare tutti i propri risparmi. Peggio che andar di notte. Già fortemente provate le banche non riuscirebbero a rimborsare i depositari oltre a bloccare completamente l'erogazione dei crediti a famiglie ed imprese. Mutui bloccati ed imprese senza liquidità.
Ulteriori fallimenti a catena, di banche e di imprese e consumi completamente al palo. La moneta incorrerebbe in una svalutazione immediata, così come non verrebbero garantiti neppure i creditori internazionali, investitori nei medesimi titoli di stato, nella medesima valuta. L'inflazione schizzerebbe a livelli inaccettabili e tutti i risparmi dei cittadini servirebbero per comprare a malapena i beni di prima necessità.
Non finisce qua. Il default implicherebbe il mancato pagamento degli stipendi pubblici, per la sanità, l'istruzione, la pubblica amministazione e la sicurezza. Una sicurezza che non potrebbe essere più garantita e non potrebbe fermare le rivolte e le proteste che inevitabilmente si svilupperebbero...
Sono stato catastrofico? E' soltanto uno scenario immaginario nella peggiore delle ipotesi.
Immaginario perchè non ci potrebbe mai essere per nessuno un fallimento netto come quello descritto, poichè la comunità internazionale ed il fondo monetario non lo permetterebbero per evitare pesanti ripercussioni per loro stessi. Si cercherebbe sempre di ristrutturare i debiti, di restituire in parte o in più anni le cifre prese in prestito, di raggiungere accordi.
Immaginario perchè l'Italia non fallirà.
La salveranno gli italiani.
La salverà l'operosità e l'ingegno.
La salverà l'industria di Torino e Genova.
La salverà la dinamicità ed il lavoro di Milano.
La salveranno le PMI del Veneto.
La salverà l'olio ed il grano pugliesi, Gallipoli ed Otranto.
La salverà Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Modena, Bologna, Forlì, Cesena e Rimini.
La salverà Pompei, i Campi Flegrei ed i decumani, il Colosseo, il Ponte Vecchio e Piazza San Marco.
La salverà la meccanica, le macchine utensili, la ceramica ed i mobili.
La salverà l'immensa risorsa umana del Sud e lo spirito d'impresa del nord.
La salverà il vino.
La salverà il mare, le isole, le montagne.
Di certo non saranno le banche nè la politica a fare il grosso del lavoro.
Nessun commento:
Posta un commento