Questo articolo non vuole essere il manifesto di una nuova società, nè tantomeno la sponsorizzazione del reddito di cittadinanza come panacea di tutti i mali o come soluzione alla crisi sociale: vuole solo essere uno "studio" circa le possibilità, i vantaggi e gli svantaggi di questo strumento e soprattutto l'applicabilità.
Ma cosa si intende per reddito di cittadinanza? E' la stessa cosa del "sussidio di disoccupazione"?
No.
Studiato, analizzato e discusso da economisti in primis, e poi da politici ed anche filosofi e letterati, il reddito di cittadinanza è stato più volte paragonato ai "generosi" sussidi di disoccupazione presenti in Nord Europa.
Non è proprio quello. Non è quello il concetto che invece si presenta un tantino rivoluzionario. Sicuramente è importante sottolineare che nel nostro paese non c'è neanche quello e che le nostre politiche di sostegno al reddito ed alla ri-occupazione non sono nè incentivanti nè tantomeno effiacaci nel ricollocamento del lavoratore licenziato.
Lo strumento del sussidio di disoccupazione "lungo e generoso" sperimentato dal welfare di mezza Europa non è un disincentivo alla ricerca di un nuovo lavoro ma anzi. Sostiene il lavoratore nel reinserimento e viene erogato soltanto a patto di una ricerca e di una formazione attiva ed assidua da parte di quest'ultimo.
Ad ogni modo il reddito di cittadinanza supera anche questo concetto.
Esso consisterebbe in un assegno che, commisurato al costo medio della vita di un paese (ad esempio 800/900 € per l'Italia), permette all'individuo cittadino di vivere in maniera dignitosa o comunque con i mezzi necessari dalla nascita fino alla morte, dalla culla alla tomba, senza distinzione di sesso, età, lavoro, reddito, patrimonio, condizione sociale.
Che cosa comporterebbe questa innovativa forma di sostegno universale e quali sarebbero i suoi effetti sulla società, sui costi dello Stato e sulla produttività?
BeneficiChi parla di disincentivo alla produttività si sbaglia. E si sbaglia parecchio. Perchè?
Perchè la flessibilità non sarebbe più un problema e il normale andamento ciclico della produzione sarebbe gestito senza particolari problemi. Non ci sarebbero scontri "sindacali" e, in maniera del tutto naturale, ciascun lavoratore sarebbe collocato esattamente dove vorrà e saprà lavorare e produrre meglio.
Tutti potrebbero cambiare lavoro e realizzare la propria naturale inclinazione per un lavoro piuttosto che per un altro senza preoccuparsi assolutamente del problema del sostentamento.
In questo modo le imprese ne gioverebbero e potrebbero diventare molto più competitive oltre che riuscire con maggiore tranquillità ad investire in ricerca e sviluppo tecnologico.
Non sorgerebbe più alcun tipo di problema nel sostituire una macchina ad una postazione-uomo con indubbi vantaggi sotto più punti di vista.
Ci sarebbero poi sempre persone disposte a lavorare pur di migliorare la propria condizione economico-sociale con vantaggi sotto il profilo fiscale. Lavorare anche per produrre tutti i beni necessari per soddisfare la domanda interna che nascerebbe grazie al reddito di cittadinanza.
E se scomparisse di colpo il problema della flessibilità scomparirebbe anche il costoso problema pensioni. Con il reddito di cittadinanza non ci sarebbe bisogno di una pensione "di Stato" ma ciascun cittadino potrà scegliere se vivere con il reddito di cittadinanza oppure costruirsi un incremento di reddito attraverso un'assicurazione. Piena libertà anche in questo e forse anche ulteriore incentivo a lavorare per il bene della società. Vi pare poco?
Ed ancora. Grazie al reddito di cittadinanza ciascun cittadino potrà pensare ai propri sogni, realizzare le proprie aspettative, coltivare i propri interessi e realizzarsi nel lavoro che più desidera, con indubbi vantaggi sotto il profilo socio-economico.
Non sarebbe da trascurare la diminuzione di problematiche sociali "costose" come le diffuse sindromi ansiose-depressive.
Il reddito di cittadinanza potrebbe addirittura, a lungo andare, promuovere lo spostamento ed il ripopolamento delle periferie e delle campagne a sfavore delle città, rendendo queste ultime più vivibili e più a misura d'uomo. Quali i vantaggi ambientali per questo fenomeno?
A quanto ammonterebbe la diminuzione della criminalità e quanto si risparmierebbe, di conseguenza, in giustizia e carceri? Un sostentamento universale disincentiverebbe senza ombra di dubbio la criminalità "spicciola" e permetterebbe risparmi sociali enormi oltre che una qualità della vita per il cittadino enormemente più elevata.
E poi se si vuole che la popolazione cresca e si abbiano più giovani, esisterebbe un incentivo migliore?
Svantaggi
Gli svantaggi sarebbero pochi, ma importanti e da capire ed affrontare bene se non si vorrà assistere al fallimento di un provvedimento di questo tipo.
Il primo problema sarebbe il costo che lo stato dovrebbe sostenere per questa operazione. Fra un pò ne parlerò in maniera dettagliata e cercheremo di capire dove si potrebbero trovare i soldi.
Secondo e serio svantaggio: moltissimi immigrati cercherebbero di trasferirsi in Italia ( o nel paese in questione) e di ottenere il reddito di cittadinanza. Si avrebbe un massiccio flusso migratorio che andrebbe gestito. Come fare? Rendere la cittadinanza dopo magari dieci anni di lavoro regolare potrebbe essere la soluzione...
Terzo problema: molte coppie penserebbero a fare quanti più figli possibile pur di avere l'assegno per ciascuno di loro. Risultato? Un eccessiva crescita della popolazione e dei costi.
Come fare? Diverse le soluzioni: assegno fino ad un certo numero di figli, oppure assegno progressivo (300 € da 0 a 18 anni e poi 800 €).
Quarto problema : politiche di incentivo al lavoro in quelle zone più "sonnolente" e più disincentivate al lavoro. Le soluzioni? Davvero tantissime. E come già detto prima il disincentivo sarebbe facilmente raggirabile.
Costi e risorse
Andiamolo a calcolare:
800 € (netti ed esentasse) x 60 Mln di abitanti x 12 mesi/anno= 576 Mld di € / anno...
Non poco. Dove trovare tutti questi soldi??
Consideriamo l'attuale costo della macchina dello Stato in questo momento: circa 800 Mld di euro per lo Stato Italiano ogni anno. E non esiste alcun reddito di cittadinanza.
Dove si potrebbe risparmiare?
Il primo indubbio e consistente vantaggio si avrebbe sulle pensioni. Non esisterebbero pensioni ma solo il Reddito di cittadinanza anche per gli anziani. E chi volesse una pensione più consistente nulla vieterebbe la costituzione di un'assicurazione privata da stipulare durante l'età lavorativa e magari grazie ad un lavoro, regolarmente tassato. Incentivo al lavoro e risparmio per lo Stato. Ma nessun disagio sociale o condizione precaria di vita.
Risparmio quantificabile in parecchi miliardi di euro. E se a questi si aggiungesse l'addio a pensioni d'oro e vitalizi vari ci sarebbe qualche altro miliardo qua e là.
Il secondo risparmio, più contenuto ma non trascurabile, ci sarebbe come già detto nella giustizia, nelle forze di polizia e nelle carceri grazie alla quasi certa diminuzione della criminalità. Meno corpi di polizia (uno soltanto?), carceri e tribunali dimezzati. Vogliamo dimenticare oltre a questo i costi sociali che la criminalità comporta?
Terzo e consistente risparmio: fine della cassa integrazione e delle forme di sostegno al reddito attualmente in vigore. Risparmi? Neanche a dirlo ...
Quarto e grande risparmio: sanità. Si garantirebbero soltanto i servizi più costosi ed alcune terapie non "acquistabili" con redditi da normale cittadino. La maggior parte dei farmaci potrebbero essere acquistati dal cittadino e si potrebbe risparmiare su visite specialistiche. Un' assicurazione sanitaria potrebbe essere "comprensibile". Tema delicato ma risparmio possibile in svariati miliardi di euro.
Quinto risparmio: privatizzazione di alcuni servizi. Possibile grazie alla disponibilità finanziaria universale. Ad esempio privatizzazione di alcuni trasporti a lunga percorrenza e di alcuni servizi sanitari. Fine delle partecipazioni statali in tutte le aziende e privatizzazione di una parte del demanio.
E, se ci fosse una tale semplificazione della macchina pubblica grazie al reddito di cittadinanza vuol dire che sarebbero necessari molti meno dipendenti pubblici. Risultato? Molti miliardi di spesa pubblica in meno.
Si arriverebbe a coprire i 576 Mld di €? Forse con qualche altro intervento ed una fiscalità equilibrata e progressiva (ma non a svantaggio delle imprese che invece decidessero di produrre e di "lavorare") forse sì...
Il punto comunque è lo spostamento del concetto "sociale" predominante: si passa dal diritto al lavoro al diritto all'esistenza.
Il lavoro diventerebbe lo spazio di realizzazione di ogni individuo a tutto vantaggio della creatività e della produttività e non sarebbe più un obbligo sterile nè una forma di disagio.
Utopia o possibilità?
Mi piacerebbe sentire tante opinioni...
La criminalità organizzata assolda manovalanza con ben più di 800 euro al mese. Se volete prevedere diminuzione di criminalità il provvedimento deve essere affiancato da un inasprimento delle pene almeno per i reati minori.
RispondiEliminaGRANDE, RIVOLUZIONARIO !
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