Ecco che a distanza di una settimana torniamo sull'argomento: forse con un pò più di chiarezza.
Chiarezza fatta dalla necessità che l'instituzione di un "oggetto" di scambio può costituire in tempi come i nostri.
Ci hanno pensato anche gli industriali bolognese: una moneta complementare per le imprese del territorio.
Come potrebbe funzionare?
L'industria bolognese (come menzionato nel quotidiano Sole24ore) pensa appunto a questa alternativa per soddisfare la fame di liquidità delle imprese: come?
Una moneta alternativa costituisce un metodo di scambio piuttosto simile al baratto: non c'è debito verso una banca emettitrice ma ci si scambia la moneta locale per convenzione tra gli aderenti. Un pò come scambiare beni direttamente. Ma si soddisfa il bisogno di liquidità e si ha uno strumento per poter acquistare e scambiare senza problemi un bene.
Cosa significa innanzitutto una moneta locale?
Significa un gigantesco campanello di allarme verso un sistema di credito ed una politica centrale completamente allo sbaraglio.
Significa scuotere pesantemente le istituzioni verso quello che sta portando la nostra economia al collasso: soltanto spread, debito, speculazioni, guadagno facile ed immediato. Nessun interesse delle banche verso il credito alle imprese considerato rischioso e poco redditizio.
Così non funziona. Non funziona più l'intero sistema economico e l'intero capitalismo avanzato. Non funziona l'italianissimo capitalismo basato sulle PMI.
Non funziona la società moderna.
Allora si cerca l'alternativa. E l'alternativa può essere una moneta convenzionale in un territorio circoscritto ma anche molto esteso dove tutti scambiano con quest'ultima.
E, come ho già detto Mercoledì scorso in Valute locali e monete alternative non è il primo caso.
Non sarà neanche l'ultimo se non capiamo la gravità di quello che succede alle nostre PMI.....
Cosa ne pensate?
Nessun commento:
Posta un commento