Chi non sente parlare negli ultimi tempi delle novità sull'edilizia e le case che, non solo risparmiano energia, ma addirittura la producono. Non è uno scherzo.
Se n'è parlato a Roma all'Expoedilizia, fiera dedicata al mondo dell'edilizia e l'architettura, ma se ne parla anche sui media, sui giornali, negli studi di architettura, nelle univerisità e nei centri di ricerca, nella vita di tutti i giorni. Avere una casa confortevole e, allo stesso tempo, redditizia si può. Con qualche piccolo accorgimento ed investimento.
Si parte dal fotovoltaico sui tetti approfittando dagli incentivi e si arriva sui materiali, sempre più isolanti ed in grado di trattenere il calore d'inverno e di non farlo entrare in estate. Ed ancora si arriva al solare termico per il riscaldamento sanitario fino ai nuovi sistemi d'illuminazione a basso consumo o a "riflessione", in grado di trasportare la luce dall'esterno.
E il risparmio consiste anche nel riuscire a controllare i consumi a seconda delle necessità, senza buttar via nulla che non serva. Ecco allora svilupparsi sistemi di controllo elettronico degli elettrodomestici, dell'illuminazione e degli infissi. E' il caso ad esempio del sistema Easydom. La novità sta soprattutto nell'interfacciarsi attraverso dispositivi già posseduti: comandare casa propria, aprire gli infissi, accendere luci attraverso il proprio iPhone o iPad, collegati alla centralina di controllo di casa.
Incrementare il comfort abitativo e di combattere il degrado di alcuni quartieri residenziali anche attraverso lo sfruttamento delle rinnovabili ed il risparmio energetico: una possibilità a cui ingegneri ed architetti lavorano da tempo.
Pensiamo ad esempio ad un semplice intervento su un'abitazione: ricoprire un balcone magari posizionato su un affaccio non gradevole crando una superficie utilizzabile per la copertura con pannelli fotovoltaici o solare termico. Al contempo ricavare un nuovo vano ed utilizzare materiali in grado di trattenere al meglio il calore. E da qui immaginiamo le numerose possibilità su infissi, riscaldamenti a pallets, pavimenti isolanti, sistemi di diffusione intelligente dell'illuminazione attraverso l'utilizzo di luce riflessa, disposizione degli arredi e dei decori, utilizzo intelligente dell'acqua.
Doverosa poi la riflessione su come la promozione di determinati interventi su edifici da ristrutturare o in stato di degrado possa generare ricchezza e contribuire al fatturato di imprese e privati.
Parliamo soltanto della casa del mulino bianco?
Devo approfondire lo studio di CasaEnergyPiù della Wolf Haus. A quanto pare si tratta di una casa che produce più energia di quanta ne consuma! Delle piccole, redditizie e confortevoli centrali elettriche?
Il tuo obiettivo è quello di diventare prima o poi un imprenditore? Sei creativo e ... troppo curioso? Sei nel posto giusto
mercoledì 28 marzo 2012
martedì 27 marzo 2012
Vinitaly alla conquista del mondo
Importanti occasioni in arrivo al Vinitaly, la più grande fiera di vini e distillati a Verona Fiere dal 25 al 28 Marzo per gli amanti e per i produttori di vino. Sommelier, buyer, produttori, appossionati, tutti si danno annualmente appuntamento a Verona.
Tutto esaurito per una manifestazione che ha visto sempre più la partecipazione straniera e si rivela un'importante vetrina per il nostro vino che ha visto crescere l'export nell'ultimo anni di oltre il 10 % con un fatturato di 4,4 miliardi!!
Il nostro vino è sempre più amato all'estero e guarda oltre che ai tradizionali mercati di Germania ed Usa, al gigantesco mercato cinese, sempre più orientato alla "qualità" ed al gusto made in Italy. Soprattutto per i nuovi ricchi che ormai disseminano il grande paese del Sol Levante.
Qualche numero: 4200 espositori nostrani, rappresentanti delle nostre venti regioni e circa 160 espositori stranieri. A mio avviso il vino rappresenta un prodotto "soprattutto italiano" su cui puntare ed a favore del nostro export bisognoso di fatturato e di estero!
Tutto esaurito per una manifestazione che ha visto sempre più la partecipazione straniera e si rivela un'importante vetrina per il nostro vino che ha visto crescere l'export nell'ultimo anni di oltre il 10 % con un fatturato di 4,4 miliardi!!
Il nostro vino è sempre più amato all'estero e guarda oltre che ai tradizionali mercati di Germania ed Usa, al gigantesco mercato cinese, sempre più orientato alla "qualità" ed al gusto made in Italy. Soprattutto per i nuovi ricchi che ormai disseminano il grande paese del Sol Levante.
Qualche numero: 4200 espositori nostrani, rappresentanti delle nostre venti regioni e circa 160 espositori stranieri. A mio avviso il vino rappresenta un prodotto "soprattutto italiano" su cui puntare ed a favore del nostro export bisognoso di fatturato e di estero!
lunedì 26 marzo 2012
ANNI '10 del 2000. La mia prima età adulta
"Si stava meglio quando si stava peggio?" Oppure è soltanto un sogno un pò angoscioso, da cui stiamo per svegliarci, recuperando un sistema di vedute dal lontano passato?
ANNI 2000. La mia prima gioventù
E la prima immagine ha rappresentato per me "un passaggio" d'epoca. Lo spostamento dell'attenzione da un insieme di cose, di valori, di oggetti, di principi, di sistemi, a qualcos'altro. Di più ignoto, di meno colorato.
domenica 25 marzo 2012
sabato 24 marzo 2012
giovedì 22 marzo 2012
Articolo 18: annosa questione, tra svolta e paure
Crisi.
Crisi è una delle parole che maggiormente ci assillano, che più ascoltiamo al telegiornale, ai talk show, a lavoro, dal vicino di casa, dalla mamma e dall'amico.
Crisi è una noiosa parolina che può provocarci notti insonni, che può angosciarci, che può essere alibi per qualcuno, che può essere motivo di fortuna, in alcuni casi.
Crisi. E' questo che ha spinto ad un urgente e per qualcuno sconvolgente tentativo di riforma del mercato del lavoro: tentativo che non rimarrà tale ma che dovrà diventare una riforma.
Ecco che anche il tabù dell'articolo 18 viene toccato. Non è più un tabù. Si tocca.
In che modo?
Licenziamenti discriminatori
Com'era prima
Il licenziamento del lavoratore è nullo e prevede il reintegro nel caso in cui venga effettuato per motivi di razza, sesso, partecipazione ed aderenza sindacale, motivi religiosi e tutto quanto sia aderente ad una particolare condizione umana o sociale.
Nuova proposta
Sostanzialmente invariata. Il licenziamento discriminatorio continua ad essere illegittimo con la differenza che la tutela viene estesa anche ai lavoratori di aziende sotto ai 15 dipendenti, mentre prima non era applicabile
Licenziamenti disciplinari
Com'era prima
Il licenziamento può avvenire soltanto una volta che il giudice accerti che i motivi disciplinari sono di una certa entità o sono riconducibili ad illeciti penali.
Nuova proposta
Qualora il motivo sia inesistente ed il fatto non sia stato commesso è previsto il reintegro. Nei rimanenti casi è previsto un indennizzo da 15 a 27 mensilità nei casi in cui le motivazioni addotte dal datore di lavoro siano inesistenti o, a vari livelli, discutibili e sotto certi livelli di gravità.
Licenziamenti per motivi economici
Com'era prima
Con giustificato motivo, legato a motivazioni tecnico produttivi accertabili, è previsto il licenziamento fino a 4 unità. Oltre le quattro unità il licenziamento di tipo "collettivo" è determinato da motivi legati a riduzione o modifica dell'attività aziendale. Il licenziamento per questo motivo prevede l'immediato reintegro qualora il giudice accerti l'assenza di cause economiche.
Nuova proposta
Qualora il giudice accerti la mancanza di una giusta causa oggettiva, come ad esempio il cambiamento di un determinato processo produttivo che determini un radicale cambiamento dell'utilizzo del personale, è previsto un indennizzo economico da 15 a 27 mensilità.
La giurisprudenza prevede una grandissima casistica, di solito a favore del lavoratore più o meno ingiustamente licenziato. In tal senso la modifica potrebbe facilitare il riconoscimento delle ragioni economiche da un lato ed allo stesso tempo eliminare per l'impresa il timore dell' "illicenziabilità" determinata dal contratto a tempo indeterminato. Ma questo timore, in fondo, ha estremizzato la dualità del mercato attuale, dualità determinata da una riforma "monca", che nel tentativo di sbloccareare e modernizzare il mercato ed adattarsi alla dinamicità del resto d'Europa, aveva dimenticato il welfare da un lato e lasciato vecchi privilegi dall'altro.
Crisi è una delle parole che maggiormente ci assillano, che più ascoltiamo al telegiornale, ai talk show, a lavoro, dal vicino di casa, dalla mamma e dall'amico.
Crisi è una noiosa parolina che può provocarci notti insonni, che può angosciarci, che può essere alibi per qualcuno, che può essere motivo di fortuna, in alcuni casi.
Crisi. E' questo che ha spinto ad un urgente e per qualcuno sconvolgente tentativo di riforma del mercato del lavoro: tentativo che non rimarrà tale ma che dovrà diventare una riforma.
Ecco che anche il tabù dell'articolo 18 viene toccato. Non è più un tabù. Si tocca.
In che modo?
Licenziamenti discriminatori
Com'era prima
Il licenziamento del lavoratore è nullo e prevede il reintegro nel caso in cui venga effettuato per motivi di razza, sesso, partecipazione ed aderenza sindacale, motivi religiosi e tutto quanto sia aderente ad una particolare condizione umana o sociale.
Nuova proposta
Sostanzialmente invariata. Il licenziamento discriminatorio continua ad essere illegittimo con la differenza che la tutela viene estesa anche ai lavoratori di aziende sotto ai 15 dipendenti, mentre prima non era applicabile
Licenziamenti disciplinari
Com'era prima
Il licenziamento può avvenire soltanto una volta che il giudice accerti che i motivi disciplinari sono di una certa entità o sono riconducibili ad illeciti penali.
Nuova proposta
Qualora il motivo sia inesistente ed il fatto non sia stato commesso è previsto il reintegro. Nei rimanenti casi è previsto un indennizzo da 15 a 27 mensilità nei casi in cui le motivazioni addotte dal datore di lavoro siano inesistenti o, a vari livelli, discutibili e sotto certi livelli di gravità.
Licenziamenti per motivi economici
Com'era prima
Con giustificato motivo, legato a motivazioni tecnico produttivi accertabili, è previsto il licenziamento fino a 4 unità. Oltre le quattro unità il licenziamento di tipo "collettivo" è determinato da motivi legati a riduzione o modifica dell'attività aziendale. Il licenziamento per questo motivo prevede l'immediato reintegro qualora il giudice accerti l'assenza di cause economiche.
Nuova proposta
Qualora il giudice accerti la mancanza di una giusta causa oggettiva, come ad esempio il cambiamento di un determinato processo produttivo che determini un radicale cambiamento dell'utilizzo del personale, è previsto un indennizzo economico da 15 a 27 mensilità.
La giurisprudenza prevede una grandissima casistica, di solito a favore del lavoratore più o meno ingiustamente licenziato. In tal senso la modifica potrebbe facilitare il riconoscimento delle ragioni economiche da un lato ed allo stesso tempo eliminare per l'impresa il timore dell' "illicenziabilità" determinata dal contratto a tempo indeterminato. Ma questo timore, in fondo, ha estremizzato la dualità del mercato attuale, dualità determinata da una riforma "monca", che nel tentativo di sbloccareare e modernizzare il mercato ed adattarsi alla dinamicità del resto d'Europa, aveva dimenticato il welfare da un lato e lasciato vecchi privilegi dall'altro.
martedì 20 marzo 2012
Startram: direttissimo per lo spazio
Sembra che James Powell, padre dei treni a levitazione magnetica, pensa che tra vent'anni si possa andare nello spazio con un "super Tram", sparato a 30.000 Km/h! Ho letto che la NASA ha dato parere positivo al progetto. O forse è meglio parlare ancora di "idea".
E propri dalla tecnologia dei treni a levitazione magnetica, come i Maglev di Shangai, si pensa a treni su cavi superconduttori letteralmente sparati in orbita su tubi supersigillati lunghi circa 130 km...
Il progetto sarebbe realizzabile nel giro di 20 anni, costerebbe circa 50 miliardi (quindi nulla di particolarmente impressionante) e permetterebbe quindi un trasporto nello spazio anche di turisti "quasi" comuni che potrebbero permettersi un viaggio nello spazio.
Se oggi infatti portare qualcosa nello spazio costa circa 2000 euro al kg, si potrebbe arrivare con questo sistema a spendere appena 30 euro al kg.
Potenti elettromagneti quindi, misti però ad attente soluzioni adatte a permettere accelerazioni sostenibili agli umani (si parla di 8 km al secondo) potrebbero finalmente porre inizio all'era del turismo spaziale di massa, con un business difficilmente stimabile e l'inizio dello sfruttamento anche di fonti di materie prime direttamente dallo spazio.
Sto pensando infatti anche a dei giganteschi cargo che potrebbero permettere il trasporto di minerali ricavati dai corpi celesti e non so, a qualche forma anche di sfruttamento di energia ancora da studiare ed approfondire. Effettivamente sto andando troppo oltre. Ma quando si parla di futuro difficilmente riesco a fermare la mia immaginazione.
E propri dalla tecnologia dei treni a levitazione magnetica, come i Maglev di Shangai, si pensa a treni su cavi superconduttori letteralmente sparati in orbita su tubi supersigillati lunghi circa 130 km...
Il progetto sarebbe realizzabile nel giro di 20 anni, costerebbe circa 50 miliardi (quindi nulla di particolarmente impressionante) e permetterebbe quindi un trasporto nello spazio anche di turisti "quasi" comuni che potrebbero permettersi un viaggio nello spazio.
Se oggi infatti portare qualcosa nello spazio costa circa 2000 euro al kg, si potrebbe arrivare con questo sistema a spendere appena 30 euro al kg.
Potenti elettromagneti quindi, misti però ad attente soluzioni adatte a permettere accelerazioni sostenibili agli umani (si parla di 8 km al secondo) potrebbero finalmente porre inizio all'era del turismo spaziale di massa, con un business difficilmente stimabile e l'inizio dello sfruttamento anche di fonti di materie prime direttamente dallo spazio.
Sto pensando infatti anche a dei giganteschi cargo che potrebbero permettere il trasporto di minerali ricavati dai corpi celesti e non so, a qualche forma anche di sfruttamento di energia ancora da studiare ed approfondire. Effettivamente sto andando troppo oltre. Ma quando si parla di futuro difficilmente riesco a fermare la mia immaginazione.
lunedì 19 marzo 2012
Conoscere chi ti passa accanto con le nuove App per iPhone e Android
E' capitato di vedere in film, filmati vari e pubblicità una scena in cui tramite appositi occhiali o piuttosto grazie a poteri particolari si riesce a scoprire e leggere la vita delle persone che vediamo per strada, cosa pensano, quali sono i loro gusti e caratteristiche e magari qual'è la loro condizione sociale. Perfetti sconosciuti che non possono più nascondersi nella folla. Qualcosa che potrebbe apparire piuttosto inquietante oppure le frontiere di un prossimo futuro sempre più "avanzato".
Beh, è arrivato il tempo di avvicinarsi sempre di più a quelle scene futuristiche grazie alle nuove frontiere delle App: Grindr, a quanto pare già testata, e poi Highlight e Sonar. Ecco alcuni nomi delle nuove applicazioni sviluppate per iPhone e Android e che permetterebbero di gestire le informazioni dell'utente attraverso Facebook, Twitter ecc. e di associarle alla posizione geografica dell'individuo.
In poche parole attraverso queste applicazioni si riceve, se consentito dall'utente, le informazioni di altri utenti che si trovano nelle immediate vicinanze "fisiche", incrociandole con le nostre e magari trovando persone con i nostri stessi interessi che si trovano "lungo la strada che stiamo percorrendo", piuttosto che all'evento a cui stiamo assistendo o, non so, al centro commerciale. In questo modo l'applicazione può permettere l'incontro in tempo reale di persone e la condivisione di quanto ricercato.
Non passerà tempo prima che anche questa nuova frontiera del social networking avrà modo di svilupparsi e di diventare magari molto comune. Tra l'idea che ormai ci si trovi sempre più nell'occhio di un "Grande Fratello" e quella che comunicare è sempre più facile e più divertente e che le relazioni umane saranno sempre meglio favorite, anche questa novità ci fa riflettere, trovandoci critici o entusisti, davanti ad un inesorabile futuro pieno di opportunità.
Beh, è arrivato il tempo di avvicinarsi sempre di più a quelle scene futuristiche grazie alle nuove frontiere delle App: Grindr, a quanto pare già testata, e poi Highlight e Sonar. Ecco alcuni nomi delle nuove applicazioni sviluppate per iPhone e Android e che permetterebbero di gestire le informazioni dell'utente attraverso Facebook, Twitter ecc. e di associarle alla posizione geografica dell'individuo.
In poche parole attraverso queste applicazioni si riceve, se consentito dall'utente, le informazioni di altri utenti che si trovano nelle immediate vicinanze "fisiche", incrociandole con le nostre e magari trovando persone con i nostri stessi interessi che si trovano "lungo la strada che stiamo percorrendo", piuttosto che all'evento a cui stiamo assistendo o, non so, al centro commerciale. In questo modo l'applicazione può permettere l'incontro in tempo reale di persone e la condivisione di quanto ricercato.
Non passerà tempo prima che anche questa nuova frontiera del social networking avrà modo di svilupparsi e di diventare magari molto comune. Tra l'idea che ormai ci si trovi sempre più nell'occhio di un "Grande Fratello" e quella che comunicare è sempre più facile e più divertente e che le relazioni umane saranno sempre meglio favorite, anche questa novità ci fa riflettere, trovandoci critici o entusisti, davanti ad un inesorabile futuro pieno di opportunità.
venerdì 16 marzo 2012
L'approccio alla Qualità Totale
Sono sempre stato sensibile ai temi della qualità ed ho guardato con attenzione agli approcci al Total Quality Management, filosofia aziendale che molte imprese sostengono di aver adottato. E’ proprio così?
La Qualità Totale è una filosofia organizzativa il cui principio di base è la convinzione che tutta l’impresa, dal primo all’ultimo dipendente, è responsabile in qualche modo dei risultati e del raggiungimento degli obiettivi aziendali. Un approccio alla qualità totale prevede la mobilitazione ed il coinvolgimento di tutto il personale dell’azienda in progetti tesi all’ottimizzazione dei processi ed alla riduzione degli sprechi e dei costi superflui.
Un orientamento alla qualità prevede innanzitutto, così come stabilito dalle norme UNI EN ISO 9001 e 9004 un orientamento continuo verso la qualità “percepita” dal cliente (parlo di clienti interni ed esterni) e la concentrazione degli sforzi aziendali alla soddisfazione del cliente ed alle richieste. Un approccio sensibile ai temi della qualità prevede:
- Forte orientamento al cliente
- Approccio per processi
- Attenzione al prodotto
- Coinvolgimento di tutto il personale
- Miglioramento continuo supportato da analisi oggettive
- Accordi di reciproco beneficio con i fornitori
Spingendo la nostra attenzione al TQM – Totale Quality Management ci si concentra soprattutto su:
- Coinvolgimento di tutto il personale aziendale
- Messa a punto di progetti di miglioramento complessivo di tutto il sistema aziendale in cui coinvolgere il personale con obiettivi precisi e premi di risultato
- Abbattimento della percezione del personale circa l’ evitare di mettere in discussione metodi e procedure operative ed incentivazione del le proposte di tutti
- Promozione della delega nei casi operativi correnti. In tal senso è necessario che i capi intervengano soltanto nelle criticità e nelle situazioni di difficoltà operativa
- Rilevazione dei costi della “non qualità” più che i costi della qualità. Se aumentare il livello di qualità di un prodotto ha un costo, quanto costa in termini di mancati profitti non investire in qualità?
- Valutare come “qualità” soprattutto quella attesa e percepita dal cliente promuovendo gli investimenti volti a soddisfare gli aspetti qualitativi del prodotto che più soddisfano le sue esigenze
Quanto costa allora un'organizzazione sbagliata e/o basata su approcci quantitativi? Quanto una filosofia basata soltanto su enormi sforzi, su migliaia di ore di lavoro poco attente alla qualità del processo e del prodotto può costare ad un'azienda? E quanto può costare un approccio verso i collaboratori basato esclusivamente sulla richiesta meccanica e poco partecipativa al lavoro? E' giunto il momento semmai di mettere in discussione alcune strutture organizzative verticali e l'idea che il risultato sia portato soltanto dal management?
La Qualità Totale è una filosofia organizzativa il cui principio di base è la convinzione che tutta l’impresa, dal primo all’ultimo dipendente, è responsabile in qualche modo dei risultati e del raggiungimento degli obiettivi aziendali. Un approccio alla qualità totale prevede la mobilitazione ed il coinvolgimento di tutto il personale dell’azienda in progetti tesi all’ottimizzazione dei processi ed alla riduzione degli sprechi e dei costi superflui.
Un orientamento alla qualità prevede innanzitutto, così come stabilito dalle norme UNI EN ISO 9001 e 9004 un orientamento continuo verso la qualità “percepita” dal cliente (parlo di clienti interni ed esterni) e la concentrazione degli sforzi aziendali alla soddisfazione del cliente ed alle richieste. Un approccio sensibile ai temi della qualità prevede:
- Forte orientamento al cliente
- Approccio per processi
- Attenzione al prodotto
- Coinvolgimento di tutto il personale
- Miglioramento continuo supportato da analisi oggettive
- Accordi di reciproco beneficio con i fornitori
Spingendo la nostra attenzione al TQM – Totale Quality Management ci si concentra soprattutto su:
- Coinvolgimento di tutto il personale aziendale
- Messa a punto di progetti di miglioramento complessivo di tutto il sistema aziendale in cui coinvolgere il personale con obiettivi precisi e premi di risultato
- Abbattimento della percezione del personale circa l’ evitare di mettere in discussione metodi e procedure operative ed incentivazione del le proposte di tutti
- Promozione della delega nei casi operativi correnti. In tal senso è necessario che i capi intervengano soltanto nelle criticità e nelle situazioni di difficoltà operativa
- Rilevazione dei costi della “non qualità” più che i costi della qualità. Se aumentare il livello di qualità di un prodotto ha un costo, quanto costa in termini di mancati profitti non investire in qualità?
- Valutare come “qualità” soprattutto quella attesa e percepita dal cliente promuovendo gli investimenti volti a soddisfare gli aspetti qualitativi del prodotto che più soddisfano le sue esigenze
Quanto costa allora un'organizzazione sbagliata e/o basata su approcci quantitativi? Quanto una filosofia basata soltanto su enormi sforzi, su migliaia di ore di lavoro poco attente alla qualità del processo e del prodotto può costare ad un'azienda? E quanto può costare un approccio verso i collaboratori basato esclusivamente sulla richiesta meccanica e poco partecipativa al lavoro? E' giunto il momento semmai di mettere in discussione alcune strutture organizzative verticali e l'idea che il risultato sia portato soltanto dal management?
mercoledì 14 marzo 2012
Le metropolitane automatiche: il futuro del trasporto pubblico urbano
Metropolitane driverless, senza conducente. Sempre più diffuse nel mondo e nelle città che crescono d'importanza e di dimensioni. Una soluzione sempre più adottata dalle società di trasporto pubblico locale e che trova diversi vantaggi.
In Italia hanno già pensato a questo sistema Torino, Milano, Brescia e Roma, mentre nel mondo ci sono casi di grande successo come Copenaghen che possiede una linea automatica (made in Italy con Ansaldo Sts) e ne ha un'altra in costruzione, mentre moltissimi sistemi automatici sono in progettazione o costruzione in questo momento in Europa, in Asia ed in America.
In generale i sistemi di trasporto di massa possono essere:
- In convenzione manuale con sistemi di guida manuale
- Semiautomatici, dove troviamo dispositivi automatici per la sicurezza ed il controllo del veicolo, mentre la chiusura/apertura delle porte e l'intervento per guasto è demandato a personale di bordo
- Completamente automatici, dove c'è totale assenza di personale di bordo
Ma come funziona una metro automatica? Senza scendere troppo in dettaglio l'intero "sistema" di trasporto, cioè l'insieme delle linee, delle infrastrutture e delle stazioni, del segnalamento e dei veicoli funziona attraverso un "cervello" centrale di integrazione, che basa il suo funzionamento su tre sottosistemi:
- un sistema che controlla la distanza e la velocità fra i treni
- un sistema di controllo globale del traffico e di gestione centralizzata dell'intero sistema
- un sistema di guida automatica dei convogli che ne regola la velocità e l'arresto presso le stazioni, in punti precisi della banchina che possono essere in corrispondenza di porte prestabilite ritagliate in apposite pareti di separazione costruite fra la banchina ed il binario (per evitare cadute accidentali ed aumentare la sicurezza e la percezione della stessa da parte degli utenti)
I vantaggi di un sistema automatico per il trasporto urbano sono a mio avviso evidenti. Fondamentalmente ecologia, economicità, sicurezza ed attrattività si esprimono in dettaglio nei seguenti punti:
- Riduzione dei costi determinata dall'assenza di pesonale di bordo
- Un sensibile incremento dell'affidabilità del servizio e della disponibilità dei veicoli per l'esecuzione dei servizio. Ciò si traduce in un servizio con frequenze maggiori e quindi in una maggiore attrattività del servizio per i clienti
- Poichè non è presente la cabina di guida e potendo disporre di un frequenze maggiori, è possibile avere veicoli più corti con conseguente risparmio dei costi per manutenzione e ricambistica e dei costi energetici
- Maggiore sicurezza data dall'assenza della possibilità di errori umani e da sistemi sofisticati di rilevazione di ostacoli su binario o di situazione di pericolo (fuoco, fumi, emergenze varie) nelle stazioni e sui convogli
- Riduzione degli spazi data da veicoli più piccoli e quindi banchine e stazioni più compatte, depositi più piccoli etc, con grandi risparmi negli inevstimenti e nella manutenzione
- Grande flessibilità dettata dalla possibilità di variare facilmente attraverso il sistema di gestione centrale le frequenze del servizio sulla base della domanda
Insomma già penso alle possibilità di estendere un sistema di controllo automatico al servizio ferroviario extraurbano e, chissà, magari in un lontano futuro troveremo aerei senza pilota.
Certo è che il futuro è già cominciato e ... non aspetta!
In Italia hanno già pensato a questo sistema Torino, Milano, Brescia e Roma, mentre nel mondo ci sono casi di grande successo come Copenaghen che possiede una linea automatica (made in Italy con Ansaldo Sts) e ne ha un'altra in costruzione, mentre moltissimi sistemi automatici sono in progettazione o costruzione in questo momento in Europa, in Asia ed in America.
In generale i sistemi di trasporto di massa possono essere:
- In convenzione manuale con sistemi di guida manuale
- Semiautomatici, dove troviamo dispositivi automatici per la sicurezza ed il controllo del veicolo, mentre la chiusura/apertura delle porte e l'intervento per guasto è demandato a personale di bordo
- Completamente automatici, dove c'è totale assenza di personale di bordo
Ma come funziona una metro automatica? Senza scendere troppo in dettaglio l'intero "sistema" di trasporto, cioè l'insieme delle linee, delle infrastrutture e delle stazioni, del segnalamento e dei veicoli funziona attraverso un "cervello" centrale di integrazione, che basa il suo funzionamento su tre sottosistemi:
- un sistema che controlla la distanza e la velocità fra i treni
- un sistema di controllo globale del traffico e di gestione centralizzata dell'intero sistema
- un sistema di guida automatica dei convogli che ne regola la velocità e l'arresto presso le stazioni, in punti precisi della banchina che possono essere in corrispondenza di porte prestabilite ritagliate in apposite pareti di separazione costruite fra la banchina ed il binario (per evitare cadute accidentali ed aumentare la sicurezza e la percezione della stessa da parte degli utenti)
I vantaggi di un sistema automatico per il trasporto urbano sono a mio avviso evidenti. Fondamentalmente ecologia, economicità, sicurezza ed attrattività si esprimono in dettaglio nei seguenti punti:
- Riduzione dei costi determinata dall'assenza di pesonale di bordo
- Un sensibile incremento dell'affidabilità del servizio e della disponibilità dei veicoli per l'esecuzione dei servizio. Ciò si traduce in un servizio con frequenze maggiori e quindi in una maggiore attrattività del servizio per i clienti
- Poichè non è presente la cabina di guida e potendo disporre di un frequenze maggiori, è possibile avere veicoli più corti con conseguente risparmio dei costi per manutenzione e ricambistica e dei costi energetici
- Maggiore sicurezza data dall'assenza della possibilità di errori umani e da sistemi sofisticati di rilevazione di ostacoli su binario o di situazione di pericolo (fuoco, fumi, emergenze varie) nelle stazioni e sui convogli
- Riduzione degli spazi data da veicoli più piccoli e quindi banchine e stazioni più compatte, depositi più piccoli etc, con grandi risparmi negli inevstimenti e nella manutenzione
- Grande flessibilità dettata dalla possibilità di variare facilmente attraverso il sistema di gestione centrale le frequenze del servizio sulla base della domanda
Insomma già penso alle possibilità di estendere un sistema di controllo automatico al servizio ferroviario extraurbano e, chissà, magari in un lontano futuro troveremo aerei senza pilota.
Certo è che il futuro è già cominciato e ... non aspetta!
martedì 13 marzo 2012
Seam4Us: le stazioni delle metropolitane potranno consumare meno
Si chiama Seam4Us - Sustainable Energy Management for Underground Stations - il progetto di Cofely in collaborazione con l'Università politecnica delle Marche e finanziato dall'Ue. Obiettivo: ridurre i costi delle stazioni delle metropolitane.
Sembra quasi un progetto bizzarro, ma nasce dalla considerazione che una stazione del metrò arriva a consumare in un anno tra illuminazione, scale mobili, impianti di ventilazione ed impiantistica varia fino a 500.000 kWh all'anno, pari al consumo di 200 abitazioni. Soltanto una. Se proviamo a moltiplicare il consumo per tutte le stazioni presenti nel mondo (pensiamo a città come Londra, Parigi, Madrid, Berlino solo per rimanere in Europa) si arriva a consumi energetici da capogiro.
Seam4Us prenderà in esame la stazione di Paseo de Gracia della metropolitana di Barcellona. Qui si monitoreranno i consumi prendendo in esame parametri come temperatura, umidità, illuminazione, flusso passeggeri, etc. e controllando attraverso appositi sensori tutti i consumi energetici, anche i più piccoli, dall'illuminazione alle obliteratrici, dalle scale mobili agli impianti di diffusione sonora.
Si procederà quindi ad una mappatura dettagliata dei consumi di Paseo de Gracia, cercando soluzioni per la riduzione degli stessi. Si pensa già a possibili interventi come la regolazioni degli impianti di ventilazione in base alle condizione delle condizioni ambientali esterne e la regolazione dell'illuminazione sulla base della presenza o meno di utenti.
L'obiettivo è una riduzione dei consumi dal 5 al 10 % e l'estensione del progetto a tutte le stazioni del mondo.
Sembra quasi un progetto bizzarro, ma nasce dalla considerazione che una stazione del metrò arriva a consumare in un anno tra illuminazione, scale mobili, impianti di ventilazione ed impiantistica varia fino a 500.000 kWh all'anno, pari al consumo di 200 abitazioni. Soltanto una. Se proviamo a moltiplicare il consumo per tutte le stazioni presenti nel mondo (pensiamo a città come Londra, Parigi, Madrid, Berlino solo per rimanere in Europa) si arriva a consumi energetici da capogiro.
Seam4Us prenderà in esame la stazione di Paseo de Gracia della metropolitana di Barcellona. Qui si monitoreranno i consumi prendendo in esame parametri come temperatura, umidità, illuminazione, flusso passeggeri, etc. e controllando attraverso appositi sensori tutti i consumi energetici, anche i più piccoli, dall'illuminazione alle obliteratrici, dalle scale mobili agli impianti di diffusione sonora.
Si procederà quindi ad una mappatura dettagliata dei consumi di Paseo de Gracia, cercando soluzioni per la riduzione degli stessi. Si pensa già a possibili interventi come la regolazioni degli impianti di ventilazione in base alle condizione delle condizioni ambientali esterne e la regolazione dell'illuminazione sulla base della presenza o meno di utenti.
L'obiettivo è una riduzione dei consumi dal 5 al 10 % e l'estensione del progetto a tutte le stazioni del mondo.
lunedì 12 marzo 2012
Lo swap salva (per il momento) la Grecia. Ma cos'è lo swap?
Lo swap greco, un concambio sui 206 miliardi di obbligazioni elleniche in mano ai privati, sembra essere andato in porto. In cosa è consistito questo swap proposto dal governo di Atene? Il risparmiatore accettando lo scambio ha perso subito il 53,5 % del valore facciale del titolo mentre ha ricevuto per il 15% bond dell'EFSF con scadenza due anni e per il 31,5 % nuovi bond greci con legislazione britannica e scadenza fino al 2030 con tassi di interesse crescenti nel tempo fino al 4,3 %. Uno scambio obbligato per certi versi dal rischio di non ricevere proprio nulla in caso di default. Un operazione piuttosto complessa che si districa in un intreccio finanziario sul filo del rasoio.
Ma che cos'è lo swap? Lo swap è un accordo (un contratto) che prevede che due contraenti si scambino dei flussi finanziari calcolati con un criterio prestabilito a date prefissate. Insomma uno scambio di flussi che può risultare conveniente per entrambi.
Si può ad esempio stipulare un'accordo di swap, pagando regolarmente dei tassi fissi a scadenza ad una controparte, che invece si impegnerà a pagare dei tassi variabili su capitale in prestito ad altre date. Attraverso questi due scambi in date diverse i due contraenti potranno sfruttare i vantaggi di entrambi i tassi. In parole più semplici, una banca che può avere interesse a rimborsare a tasso variabile ed un azienda od un privato che invece può preferire il tasso fisso, potrebbero accordarsi per uno swap e scambiarsi flussi in date diverse.
Per tornare in argomento Grecia troviamo i Cds, i Credit Default Swap, uno swap che è come una polizza assicurativa. In cambio di un premio versato regolarmente ci si protegge contro il default di uno Stato o di un istituzione finanziaria. Se c'è il fallimento chi ha venduto il Cds dovrà restituire il capitale garantito.
Insomma sulla finanza ce n'è tanto da capire. E tutto si basa sulla differenza di interessi e di necessità di due controparti. Se tutti avessero le stesse esigenze e gli stessi "comportamenti" la finanza avrebbe poco da "vendere".
Ma che cos'è lo swap? Lo swap è un accordo (un contratto) che prevede che due contraenti si scambino dei flussi finanziari calcolati con un criterio prestabilito a date prefissate. Insomma uno scambio di flussi che può risultare conveniente per entrambi.
Si può ad esempio stipulare un'accordo di swap, pagando regolarmente dei tassi fissi a scadenza ad una controparte, che invece si impegnerà a pagare dei tassi variabili su capitale in prestito ad altre date. Attraverso questi due scambi in date diverse i due contraenti potranno sfruttare i vantaggi di entrambi i tassi. In parole più semplici, una banca che può avere interesse a rimborsare a tasso variabile ed un azienda od un privato che invece può preferire il tasso fisso, potrebbero accordarsi per uno swap e scambiarsi flussi in date diverse.
Per tornare in argomento Grecia troviamo i Cds, i Credit Default Swap, uno swap che è come una polizza assicurativa. In cambio di un premio versato regolarmente ci si protegge contro il default di uno Stato o di un istituzione finanziaria. Se c'è il fallimento chi ha venduto il Cds dovrà restituire il capitale garantito.
Insomma sulla finanza ce n'è tanto da capire. E tutto si basa sulla differenza di interessi e di necessità di due controparti. Se tutti avessero le stesse esigenze e gli stessi "comportamenti" la finanza avrebbe poco da "vendere".
giovedì 8 marzo 2012
Nuovo Ipad3: la Apple che cambia i costumi ed i consumi ..
Dopo il successo dell’Iphone, capace di rivoluzionare e praticamente cambiare le nostre esigenze (un App praticamente per ogni cosa ..) e con il lancio dell’Ipad, ecco che arriva il nuovo Ipad3.
Il prodotto ovviamente viene visto con molta attenzione e prelude ad ulteriori successi nel campo della tecnologia elettronica. Vediamo le novità nel dettaglio:
- Grande qualità nella risoluzione, 2048 x 1536 e possibilità di riprodurre i film in Full HD 1080 p.
- Scaricamento dati a 100 megabit al secondo
- Processore dual-core ma con grafica quad-core
- Fotocamera con 5 megapixel
Ma come si influenzano i costumi e, appunto, i consumi? Beh, creando esigenze e, subito dopo soddisfacendole. E le esigenze si creano prima di tutto creando tendenze. Fino a 15 anni fa riuscivamo a vivere senza cellulare? Ed adesso invece?
Beh nel caso di Iphone ed Ipad il discorso è sicuramente diverso ed il bisogno che viene soddisfatto è sicuramente inferiore alla necessità di poter comunicare in ogni momento con chi si vuole. Ma il meccanismo di base in fondo è lo stesso.
Apple però per creare nuovi prodotti e nuove esigenze ha bisogno di tecnologia, fine ed evoluta, e questa è sicuramente una delle chiavi del suo successo.
Senza la sua ricerca di qualità, o meglio della qualità, non sarebbe diventata una delle aziende in grado di modificare ed influenzare le tendenze di un pianeta.
Il prodotto ovviamente viene visto con molta attenzione e prelude ad ulteriori successi nel campo della tecnologia elettronica. Vediamo le novità nel dettaglio:
- Grande qualità nella risoluzione, 2048 x 1536 e possibilità di riprodurre i film in Full HD 1080 p.
- Scaricamento dati a 100 megabit al secondo
- Processore dual-core ma con grafica quad-core
- Fotocamera con 5 megapixel
Ma come si influenzano i costumi e, appunto, i consumi? Beh, creando esigenze e, subito dopo soddisfacendole. E le esigenze si creano prima di tutto creando tendenze. Fino a 15 anni fa riuscivamo a vivere senza cellulare? Ed adesso invece?
Beh nel caso di Iphone ed Ipad il discorso è sicuramente diverso ed il bisogno che viene soddisfatto è sicuramente inferiore alla necessità di poter comunicare in ogni momento con chi si vuole. Ma il meccanismo di base in fondo è lo stesso.
Apple però per creare nuovi prodotti e nuove esigenze ha bisogno di tecnologia, fine ed evoluta, e questa è sicuramente una delle chiavi del suo successo.
Senza la sua ricerca di qualità, o meglio della qualità, non sarebbe diventata una delle aziende in grado di modificare ed influenzare le tendenze di un pianeta.
I love Piacenza because ....
... d'una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che da ad una tua domanda ...
Italo Calvino
Italo Calvino
lunedì 5 marzo 2012
La crisi del manifatturiero e il declino industriale italiano
Siamo ancora la settima potenza economica del mondo e, se guardiamo all'Europa ed alla produzione industriale, addirittura veniamo dopo soltanto alla Germania.
Se si guarda all'Italia, oltre alla grande storia ed ai paesaggi unici, si parla ancora nel mondo di grande sviluppo industriale e di una manifattura estremamente evoluta, fatta di un tessuto fitto ed indissolubile di piccole e medie imprese, intervallate qua e là da grandi marchi internazionali e da aziende molto grandi. Se ancora si attraversa la via Emilia da Rimini a Piacenza, si gira attorno a Milano, si attraversa l'autostrada che da Triestre attraversa il Veneto e poi Brescia e Bergamo fino a Torino. Ma non soltanto. E dietro a tutto ciò si ricordano e si ripercorrono storie che partono da molto lontano e vengono dagli anni sessanta, quando Salvatore, Antonio o Giuseppe arrivavano in treno dalla Calabria a Torino, o dalla provincia di Napoli (negli anni settanta e ottanta) a Modena e Reggio Emilia. E avrebbero poi acquistato la cinquecento, il frigorifero e la lavatrice. Avrebbero diversificato sempre di più la loro alimentazione, cambiato ancora l'auto ed acquistato quella strana scatola che si chiamava computer con cui giocare a packman o a tetris.
Speranza e poi riscatto. Con grande lavoro e fatica. Guardando la luna e dividendo, in vacanza dai genitori in Salento, il cono gelato in due.
Poi gli anni avanzano e qualcosa succede, pian piano negli anni novanta, dove comunque sembra che i figli facciano molta meno fatica dei genitori. "I ragazzi di oggi!!!" si sentiva dire ancora fino a cinque-sei anni fa...
In prima istanza succede qualcosa che si chiama "globalizzazione". Paesi emergenti sempre più competitivi grazie ad una manodopera a basso costo, capaci di "rubare" continuamente quote di mercato alle nostre imprese. Ed ancora accade che si pone sempre maggiore attenzione, per tutte le imprese nostrane, all'economicità del processo, investendo risorse umane e finanziarie in un'attenzione molto forte a rendere la produzione economica allo scopo di avvicinarsi, anche solo un pò, ai prezzi dei concorrenti emergenti. Ci siamo riusciti? No.
Perchè forse dovevano essere investite risorse in altra direzione. Nella ricerca del "prodotto", nuovo o vecchio, ma che fosse estremamente attento alle esigenze del cliente, basandosi su una qualità eccelsa che gli emergenti non sarebbero stati in grado di proporre. Perchè il costo della manodopera è riducibile sì, ma fino ad un certo punto. Mentre la qualità può crescere e può essere frutto di una ricerca sofisticata che possiamo portare avanti grazie alla nostra consolidata e, storica, esperienza industriale.
Il tutto condito certamente, è inutile negarlo, da un'attenzione molto forte delle banche verso prodotti finanziari nuovi ed appetitosi, vicini alla speculazione o vicini ad un immobiliare crescente in una certa fase tra gli anni novanta e duemila, e molto pochi attenti alle imprese bisognose di liquidità a prezzi ragionevoli.
Ed ancora, addirittura, è accaduto che non si è riusciti a porre attenzione nè al processo nè al prodotto, spesso oberati dal peso di situazioni sociali difficili o piuttosto per pigrizia, per motivi culturali, per arretratezza politica o per l'impedimento di fattori lontani dal farci definire "potenza industriale".
Come si combattono prodotti inadeguati (lontani dalle aspettative e dall'attenzione del cliente a determinati fattori), blocchi socio-politici, scarsa promozione della qualità e dei sistemi su cui essa è basata e una classe manageriale legata al passato?
Soltanto dopo una radicale modifica della percezione culturale del "sistema di qualità", una qualità il cui significato si lega alla vita, alla "qualità" della vita, forse riusciremo a dare una risposta. E torneremo al riscatto di Salvatore, Antonio e Giuseppe, sul treno per Torino o Modena...
Se si guarda all'Italia, oltre alla grande storia ed ai paesaggi unici, si parla ancora nel mondo di grande sviluppo industriale e di una manifattura estremamente evoluta, fatta di un tessuto fitto ed indissolubile di piccole e medie imprese, intervallate qua e là da grandi marchi internazionali e da aziende molto grandi. Se ancora si attraversa la via Emilia da Rimini a Piacenza, si gira attorno a Milano, si attraversa l'autostrada che da Triestre attraversa il Veneto e poi Brescia e Bergamo fino a Torino. Ma non soltanto. E dietro a tutto ciò si ricordano e si ripercorrono storie che partono da molto lontano e vengono dagli anni sessanta, quando Salvatore, Antonio o Giuseppe arrivavano in treno dalla Calabria a Torino, o dalla provincia di Napoli (negli anni settanta e ottanta) a Modena e Reggio Emilia. E avrebbero poi acquistato la cinquecento, il frigorifero e la lavatrice. Avrebbero diversificato sempre di più la loro alimentazione, cambiato ancora l'auto ed acquistato quella strana scatola che si chiamava computer con cui giocare a packman o a tetris.
Speranza e poi riscatto. Con grande lavoro e fatica. Guardando la luna e dividendo, in vacanza dai genitori in Salento, il cono gelato in due.
Poi gli anni avanzano e qualcosa succede, pian piano negli anni novanta, dove comunque sembra che i figli facciano molta meno fatica dei genitori. "I ragazzi di oggi!!!" si sentiva dire ancora fino a cinque-sei anni fa...
In prima istanza succede qualcosa che si chiama "globalizzazione". Paesi emergenti sempre più competitivi grazie ad una manodopera a basso costo, capaci di "rubare" continuamente quote di mercato alle nostre imprese. Ed ancora accade che si pone sempre maggiore attenzione, per tutte le imprese nostrane, all'economicità del processo, investendo risorse umane e finanziarie in un'attenzione molto forte a rendere la produzione economica allo scopo di avvicinarsi, anche solo un pò, ai prezzi dei concorrenti emergenti. Ci siamo riusciti? No.
Perchè forse dovevano essere investite risorse in altra direzione. Nella ricerca del "prodotto", nuovo o vecchio, ma che fosse estremamente attento alle esigenze del cliente, basandosi su una qualità eccelsa che gli emergenti non sarebbero stati in grado di proporre. Perchè il costo della manodopera è riducibile sì, ma fino ad un certo punto. Mentre la qualità può crescere e può essere frutto di una ricerca sofisticata che possiamo portare avanti grazie alla nostra consolidata e, storica, esperienza industriale.
Il tutto condito certamente, è inutile negarlo, da un'attenzione molto forte delle banche verso prodotti finanziari nuovi ed appetitosi, vicini alla speculazione o vicini ad un immobiliare crescente in una certa fase tra gli anni novanta e duemila, e molto pochi attenti alle imprese bisognose di liquidità a prezzi ragionevoli.
Ed ancora, addirittura, è accaduto che non si è riusciti a porre attenzione nè al processo nè al prodotto, spesso oberati dal peso di situazioni sociali difficili o piuttosto per pigrizia, per motivi culturali, per arretratezza politica o per l'impedimento di fattori lontani dal farci definire "potenza industriale".
Come si combattono prodotti inadeguati (lontani dalle aspettative e dall'attenzione del cliente a determinati fattori), blocchi socio-politici, scarsa promozione della qualità e dei sistemi su cui essa è basata e una classe manageriale legata al passato?
Soltanto dopo una radicale modifica della percezione culturale del "sistema di qualità", una qualità il cui significato si lega alla vita, alla "qualità" della vita, forse riusciremo a dare una risposta. E torneremo al riscatto di Salvatore, Antonio e Giuseppe, sul treno per Torino o Modena...
venerdì 2 marzo 2012
Qualcuno mi ha detto ...
Qualcuno mi ha detto che si produce praticamente tutto soltanto in tre luoghi nel mondo:
in Germania, in Giappone e nella Pianura Padana ....
Siete daccordo? In parte, in tutto o per niente? ...
in Germania, in Giappone e nella Pianura Padana ....
Siete daccordo? In parte, in tutto o per niente? ...
giovedì 1 marzo 2012
Ecco la F12Berlinetta: la Ferrari per tutti. No .. veramente no ...
Tocca i duecento orari in 8,5 secondi .... Di solito si sente parlare di secondi da 0 a 100 orari ... Qui parliamo da 0 a 200!
Frutto di studi estremamente attenti e di una collaborazione tra Pininfarina e Centro studi Ferrari, cerco di riassumere alcune delle principali caratteristiche tecniche, specificando di non essere assolutamente un esperto di auto di questo tipo:
- 740 cavalli e 12 cilindri
- velocità massima di circa 340 Km/h
- peso di 1525 Kg con peso si asse posteriore al 54%
- motore di 6262 cc
- Coppia a 690 Nm
- Rapporto peso/potenza a 2,1 Kg/Cv
- Consumi ridotti ed emissioni a 350 gr/Km
- Soluzione aerodinamica Aero Bridge che utilizza il cofano motore per la generazione della deportanza
- Active Brake Cooling, portelle di raffreddamento per le prese d'aria freno
- Posizione del motore ribassata e nuova posizione sospensioni cambio
- Scocca formata da dodici leghe di alluminio
Beh e vi chiederete: se da 0 a 200 sono necessario 8,5 secondi, quanti ne saranno necessari da 0 a 100? Soltanto 3,1 secondi ed il gioco sarà fatto.
Un auto proprio per tutti? Beh, potremo scoprirlo soltanto al salone di Ginevra 2012...
Frutto di studi estremamente attenti e di una collaborazione tra Pininfarina e Centro studi Ferrari, cerco di riassumere alcune delle principali caratteristiche tecniche, specificando di non essere assolutamente un esperto di auto di questo tipo:
- 740 cavalli e 12 cilindri
- velocità massima di circa 340 Km/h
- peso di 1525 Kg con peso si asse posteriore al 54%
- motore di 6262 cc
- Coppia a 690 Nm
- Rapporto peso/potenza a 2,1 Kg/Cv
- Consumi ridotti ed emissioni a 350 gr/Km
- Soluzione aerodinamica Aero Bridge che utilizza il cofano motore per la generazione della deportanza
- Active Brake Cooling, portelle di raffreddamento per le prese d'aria freno
- Posizione del motore ribassata e nuova posizione sospensioni cambio
- Scocca formata da dodici leghe di alluminio
Beh e vi chiederete: se da 0 a 200 sono necessario 8,5 secondi, quanti ne saranno necessari da 0 a 100? Soltanto 3,1 secondi ed il gioco sarà fatto.
Un auto proprio per tutti? Beh, potremo scoprirlo soltanto al salone di Ginevra 2012...
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