Ed aggiungerei, soprattutto per l'Italia?
Con stagflazione si indica quella condizione dell'economia di un paese in cui si hanno contemporanemente l'inflazione, cioè un aumento generalizzato dei prezzi ed una stagnazione, cioè una mancata crescita economica.
La stagflazione è un piccolo paradosso dell'economia ed è uno dei fenomeni più difficili da combattere: infatti la bassa crescita economica, la stagnazione, richiederebbe dei tassi di interesse delle banche centrali molto bassi, al fine di incentivare gli investimenti ed incrementare i volumi di produzione e l'occupazione. Ma ... l'inflazione al contrario richiede dei tassi di interesse più alti per essere frenata.
Ma come è possibile che un basso volume di produzione, una disoccupazione in crescita ed un calo massiccio della domanda non provochino un calo dei prezzi ed anzi un aumento? Probabilmente la causa di tutto ciò sta nei mercati oligopolistici dell'energia e delle materie prime, spesso indipendenti dai meccanismi economici legati alla produzione ed all'occupazione.
Come fare? A cosa dare priorità senza però rischiare di criticizzare l'altro fenomeno?
L'esperienza della stagflazione negli USA negli anni '70 sembrerebbe consigliare un aumento dei tassi di interesse, privilegendo in un certo senso l'inflazione alla stagnazione.
Ma ciò che più ci spaventa è che quel fantasma ritorni oggi, in Italia, in Europa, danneggiando la già bassa ripresa dell'occupazione e dell'economica.
La stagflazione indebolisce i consumi, l'occupazione, la ripresa e rischierebbe di instaurare una spirale che aggrava sempre più gli stessi consumi, la stessa occupazione, la produttività e quindi la ripresa.
Evitare il fenomeno non è impossibile. Ma richiede oltre ad un'attentissima politica monetaria, una ripresa economica che deve diventare priorità assoluta. Per tutto ed in tutti i modi. La parole d'ordine deve essere crescita. Non c'è altra soluzione.
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