Avete letto bene, è proprio così. Del maiale non si buttano via neanche gli escrementi.
E su questa cosa saranno daccordo tutti: ecologisti, scienziati ed anche vegetariani! Infatti a Yadkinville, un piccolo paesino del Nord Carolina, sono riusciti nientedimeno a produrre energia proprio dagli escrementi del maiale.
La Duke University di Durham ha realizzato un impianto in grado di generare energia elettrica, per soddisfare il fabbisogno annuale di una trentina di famiglie locali, proprio trasformando lo scarto biologico proveniente dai numerossissimi allevamenti della zona.
Approfittando della gran diffusione dell'animale in questo territorio, gli scienziati hanno pensato di realizzare una semplicissima vasca anaerobica in grado di produrre metano. Il metano viene poi convogliato in una turbina che genera energia come se utilizzasse un normale combustibile.
Oltre all'economicità della materia prima, l'impianto è in grado di far risparmiare notevoli quantità di CO2 emesse in atmosfera, circa 5000 tonnellate all'anno soltanto con questo impianto.
Insomma quando si vuole se ne possono pensare davvero tante. Uno dei nostri animali preferiti, infatti, non ci aiuterà soltanto a produrre salami e costolette, ma anche a trovare nuove soluzioni per le nostre esigenze "energetiche". Possiamo promuoverlo fra i migliori amici dell'uomo senza far arrabbiare il cane?
Il tuo obiettivo è quello di diventare prima o poi un imprenditore? Sei creativo e ... troppo curioso? Sei nel posto giusto
lunedì 31 ottobre 2011
sabato 29 ottobre 2011
Parliamo di Lean Production
Lo so, è sabato. Per giunta siamo ad Halloween, al ponte di Ognissanti e magari non vorreste sentir parlare di Lean Production .... Ma l'argomento per chi lavora in azienda è proprio interessante ed allo stesso tempo è "vittima" il più delle volte di confusione. A volte rimane avvolto dal mistero o comunque rimane un argomento teorico, difficile da applicare nella pratica. Che ne pensate se facciamo un pò di luce tra zucche e cimiteri e, aggiungo per il mio caso, nella nebbiolina della pianura piacentina?
Vediamo i principi Lean uno ad uno.
1) Eliminare lo spreco
Argomento estremamente scottante e detto così è davvero riduttivo. Che cos'è lo spreco? Sprecare vuol dire sopportare dei costi che non saranno "ricambiati" da un ricavo o che comunque non aggiungeranno valore al prodotto o servizio che produciamo. Dovremo stare attenti quindi a:
- Non rimanere fermi in tempi morti sia in officina o in catena ma anche nel produrre un servizio. Evitare quindi di consumare del tempo rimanendo fermi ad aspettare materiali, informazioni o quant'altro permette di andare avanti con il lavoro. Come si fa? Vuol dire esser bravi a prevedere o comunque ad anticipare le necessità. Per questo esistono i programmi. Programmi per la produzione (e quindi per la logistica), programmi di progettazione, etc.
- Evitare giacenze a magazzino inutili. Spingere quindi per il just in time. Lo spazio è un costo. Questa cosa bisogna prenderla un pò come un regola di base, un principio.
- Evitare lo spreco di materiale. Ovviamente sprecare materiali vuol dire sopportare un costo inutile. E' un pò quando facciamo la spesa e compriamo cose inutili. Le gettiamo via ed è come se avessimo gettato via dei soldi.
- Evitare la sovrapproduzione. Semplice principio. Sovrapprodurre vuol dire sopportare costi per l'occupazione di spazio, costi dovuti al deprezzamento della sovrapproduzione nel tempo e costi dovuti al rischio di "invenduto".
- Evitare spostamenti e trasporti non necessari. Anche la movimentazione è un costo in termini di mezzi e personale. Gli spostamenti inutili sono da evitare anche perchè rallentano sensibilmente la produzione.
- Evitare la difettosità. E questo è un argomento molto più complesso ed è un pò a parte. I difetti ovviamente possono rendere il prodotto inutilizzabile o da rilavorare e questo è un ovvio costo in più.
2) Chiarire il processo che crea valore
Cosa davvero crea valore per il cliente? E' giusto capirlo perchè in questo modo concentremo tutte le nostre risorse ed il nostro tempo su ciò che creando valore per il cliente lo crea ovviamente anche per noi. Studiando il processo del valore potremo essere davvero in grado di eliminare, piano piano, tutti gli sprechi elencati sopra spendendo soldi unicamente per attività che potremo in maniera semplicistica definire "pagate".
3) Produrre le fasi del valore in maniera continua
E producendole in maniera continua vorrà dire anche aumentare la velocità della nostra produzione. Più siamo veloci più si potranno evitare sprechi e difettosità. Anche questo è un pò una regola di base. Per far cioò bisogna prima di tutto avere un organizzazione aziendale efficiente, dove il flusso di informazioni è definito, veloce ed univoco. Mai far disperedere le informazioni all'interno dell'organizzazione. Avere una comunicazione efficace è fondamentale. Io quindi aggiungerei che 4) la comunicazione è ricchezza!
5) Chiarire la percezione del valore del cliente
Fondamentalmente se qualche cosa fa percepire valore al cliente e ne fa aumentare la sua soddisfazione e quindi la possibilità che quest'ultimo compri ancora da noi è chiaro che bisognerà farci attenzione. Seppure avremo qualcosa da nascondere, qualche nostro punto debole, facciamo in modo che sia qualcosa che il cliente non percepisca, non veda. Anche quando facciamo un prodotto, molte volte il cliente vede quello che è fuori. Dentro avremo potuto fare dei pasticci, ma dobbiamo essere sicuri che non li veda.
6) Non produrre niente fino a che non sia necessario
Se non facciamo così rischiamo di fare cose inutili e di sprecare risorse.
7) Continuare la politica del miglioramento
C'è sempre spazio per la crescita. E' un pò come per uno stato, dove la crescita è un aspetto fondamentale. Bisogna sempre proiettarsi al miglioramente, prima che arrivi qualcun'altro che sappia fare il lavoro molto meglio di noi.
Dopo questo piccolo articolo, in cui magari vi sarete annoiati (ma non è detto!) vi auguro di divertirvi in queste giornate, autunnali, oro e rosso, calde nei colori ma nebbiose, fresche, romantiche, misteriose. E poichè io sono nato proprio in questi giorni, non so, sono un pò parte di me.
Vediamo i principi Lean uno ad uno.
1) Eliminare lo spreco
Argomento estremamente scottante e detto così è davvero riduttivo. Che cos'è lo spreco? Sprecare vuol dire sopportare dei costi che non saranno "ricambiati" da un ricavo o che comunque non aggiungeranno valore al prodotto o servizio che produciamo. Dovremo stare attenti quindi a:
- Non rimanere fermi in tempi morti sia in officina o in catena ma anche nel produrre un servizio. Evitare quindi di consumare del tempo rimanendo fermi ad aspettare materiali, informazioni o quant'altro permette di andare avanti con il lavoro. Come si fa? Vuol dire esser bravi a prevedere o comunque ad anticipare le necessità. Per questo esistono i programmi. Programmi per la produzione (e quindi per la logistica), programmi di progettazione, etc.
- Evitare giacenze a magazzino inutili. Spingere quindi per il just in time. Lo spazio è un costo. Questa cosa bisogna prenderla un pò come un regola di base, un principio.
- Evitare lo spreco di materiale. Ovviamente sprecare materiali vuol dire sopportare un costo inutile. E' un pò quando facciamo la spesa e compriamo cose inutili. Le gettiamo via ed è come se avessimo gettato via dei soldi.
- Evitare la sovrapproduzione. Semplice principio. Sovrapprodurre vuol dire sopportare costi per l'occupazione di spazio, costi dovuti al deprezzamento della sovrapproduzione nel tempo e costi dovuti al rischio di "invenduto".
- Evitare spostamenti e trasporti non necessari. Anche la movimentazione è un costo in termini di mezzi e personale. Gli spostamenti inutili sono da evitare anche perchè rallentano sensibilmente la produzione.
- Evitare la difettosità. E questo è un argomento molto più complesso ed è un pò a parte. I difetti ovviamente possono rendere il prodotto inutilizzabile o da rilavorare e questo è un ovvio costo in più.
2) Chiarire il processo che crea valore
Cosa davvero crea valore per il cliente? E' giusto capirlo perchè in questo modo concentremo tutte le nostre risorse ed il nostro tempo su ciò che creando valore per il cliente lo crea ovviamente anche per noi. Studiando il processo del valore potremo essere davvero in grado di eliminare, piano piano, tutti gli sprechi elencati sopra spendendo soldi unicamente per attività che potremo in maniera semplicistica definire "pagate".
3) Produrre le fasi del valore in maniera continua
E producendole in maniera continua vorrà dire anche aumentare la velocità della nostra produzione. Più siamo veloci più si potranno evitare sprechi e difettosità. Anche questo è un pò una regola di base. Per far cioò bisogna prima di tutto avere un organizzazione aziendale efficiente, dove il flusso di informazioni è definito, veloce ed univoco. Mai far disperedere le informazioni all'interno dell'organizzazione. Avere una comunicazione efficace è fondamentale. Io quindi aggiungerei che 4) la comunicazione è ricchezza!
5) Chiarire la percezione del valore del cliente
Fondamentalmente se qualche cosa fa percepire valore al cliente e ne fa aumentare la sua soddisfazione e quindi la possibilità che quest'ultimo compri ancora da noi è chiaro che bisognerà farci attenzione. Seppure avremo qualcosa da nascondere, qualche nostro punto debole, facciamo in modo che sia qualcosa che il cliente non percepisca, non veda. Anche quando facciamo un prodotto, molte volte il cliente vede quello che è fuori. Dentro avremo potuto fare dei pasticci, ma dobbiamo essere sicuri che non li veda.
6) Non produrre niente fino a che non sia necessario
Se non facciamo così rischiamo di fare cose inutili e di sprecare risorse.
7) Continuare la politica del miglioramento
C'è sempre spazio per la crescita. E' un pò come per uno stato, dove la crescita è un aspetto fondamentale. Bisogna sempre proiettarsi al miglioramente, prima che arrivi qualcun'altro che sappia fare il lavoro molto meglio di noi.
Dopo questo piccolo articolo, in cui magari vi sarete annoiati (ma non è detto!) vi auguro di divertirvi in queste giornate, autunnali, oro e rosso, calde nei colori ma nebbiose, fresche, romantiche, misteriose. E poichè io sono nato proprio in questi giorni, non so, sono un pò parte di me.
martedì 25 ottobre 2011
Ed ecco a voi la mortadella! Ricordo d'infanzia, bontà italianissima, produzione d'eccellenza
Da piccolo quando mia madre aveva comprato la mortadella per me era una sorpresa eccezionale. Il suo profumo lo sentivo da lontano e per me rappresentava un momento di piacere da gustare lentamente, altrimenti finiva troppo presto... Non posso non parlarne con voi.
Oggi è esattamente la stessa cosa. Probabilmente sono indeciso se mettere la mortadella al primo posto tra le cose che mi piace mangiare di più. Se non è il primo posto è il secondo...
Bolognese DOP, la mortadella però è amatissima ovunque in Italia. I romani l'adorano e non tutti sanno che i napoletani non si azzardano a fare nessuna gita, nè tantomeno passano nessuna giornata al mare senza aver confezionato accuratamente un bel panino ripieno di mortadella!
Zola Predosa, cittadina confinante con Bologna, concentra una grossa fetta dell'intera produzione nazionale ed ospita ogni anno "Mortadella, please", mentre il salume è conosciuto in zona addirittura prima del medioevo ed è un piatto portante della saporita cucina bolognese.
Ma come si fa?
La carne fresca, assolutamente pregiata ( a differenza di alcuni luoghi comuni la mortadella è apprezzata dai nutrizionisti ed un normale consumo non è assolutamente un problema) ed in diversi tagli viene triturata fino a diventare una crema con appositi tritacarne ("sterminio").
A parte vengono preparati i cubetti di grasso della dimensione di circa un centimetro cubo.
Il composto di carne viene mescolato ai cubetti di grasso assieme a delle spezie e talvolta al pistacchio.
Insaccata, la mortadella viene a questo punto cotta a lungo e subito dopo sottoposta a docciatura di acqua fredda e ad una stabilizzazione in cella. E direttamente da Bologna è pronta per il nostro panino. Il mio. A deliziarmi.
Oggi è esattamente la stessa cosa. Probabilmente sono indeciso se mettere la mortadella al primo posto tra le cose che mi piace mangiare di più. Se non è il primo posto è il secondo...
Bolognese DOP, la mortadella però è amatissima ovunque in Italia. I romani l'adorano e non tutti sanno che i napoletani non si azzardano a fare nessuna gita, nè tantomeno passano nessuna giornata al mare senza aver confezionato accuratamente un bel panino ripieno di mortadella!
Zola Predosa, cittadina confinante con Bologna, concentra una grossa fetta dell'intera produzione nazionale ed ospita ogni anno "Mortadella, please", mentre il salume è conosciuto in zona addirittura prima del medioevo ed è un piatto portante della saporita cucina bolognese.
Ma come si fa?
La carne fresca, assolutamente pregiata ( a differenza di alcuni luoghi comuni la mortadella è apprezzata dai nutrizionisti ed un normale consumo non è assolutamente un problema) ed in diversi tagli viene triturata fino a diventare una crema con appositi tritacarne ("sterminio").
A parte vengono preparati i cubetti di grasso della dimensione di circa un centimetro cubo.
Il composto di carne viene mescolato ai cubetti di grasso assieme a delle spezie e talvolta al pistacchio.
Insaccata, la mortadella viene a questo punto cotta a lungo e subito dopo sottoposta a docciatura di acqua fredda e ad una stabilizzazione in cella. E direttamente da Bologna è pronta per il nostro panino. Il mio. A deliziarmi.
lunedì 24 ottobre 2011
Cibus Tec: a Parma tecnologia ed innovazione per l'industria alimentare
Anche quest'anno a Parma è arrivato l'incontro con Cibus Tec, occasione per l'industria alimentare di tutto il mondo e momento di riflessione ed analisi per le nuove tendenze alimentari.
Presenti delegazioni dei paesi del Bric, grandi compratori della nostra "meccanica per l'alimentare".
E proprio i macchinari per l'industria alimentare, così come il packaging, segnano un nostro punto di forza, con una quota export di oltre l'80% ed un investimento in ricerca e sviluppo davvero significativo. A Parma si sono incontrate aziende dalle moderne invenzioni, in grado di promuovere uno sviluppo davvero importante in un settore in cui approfittare.
E così Cibus Tec ha messo in mostra una nuova autoclave per la sterilizzazione dei prodotti, una pelatrice a vapore che non altera termicamente la frutta e la verdura, una denocciolatrice per le pesche del tutto automatica, ma anche una nuova farina extra white che da il via ad un nuova evoluzione dell'industria molitoria ( ed immagino darà il via a nuovi prodotti alimentari o quanto meno ne rivoluzionerà la produzione o i costi).
E Cibus Tec è stato anche il momento di mettere in mostra le nuove tendenze alimentari. Sempre più apprezzati nel mondo i cibi pronti ed i preparati base per la cucina. Una tendenza molto forte ormai non soltanto negli USA, in Giappone e nel Nord Europa, ma anche nell'Est Europa, nei paesi in via di sviluppo ed anche in Italia. In forte crescita l'intero settore, le cui idee potranno diventare sempre di più nuove imprese anche nel nostro paese.
Il forte successo porterà a Maggio del 2012 un'altra manifestazione dal nome più corto: "Cibus". Questa volta si parlerà di "Food made in Italy". Qualcosa di più nostrano, sicuramente gustoso.
Presenti delegazioni dei paesi del Bric, grandi compratori della nostra "meccanica per l'alimentare".
E proprio i macchinari per l'industria alimentare, così come il packaging, segnano un nostro punto di forza, con una quota export di oltre l'80% ed un investimento in ricerca e sviluppo davvero significativo. A Parma si sono incontrate aziende dalle moderne invenzioni, in grado di promuovere uno sviluppo davvero importante in un settore in cui approfittare.
E così Cibus Tec ha messo in mostra una nuova autoclave per la sterilizzazione dei prodotti, una pelatrice a vapore che non altera termicamente la frutta e la verdura, una denocciolatrice per le pesche del tutto automatica, ma anche una nuova farina extra white che da il via ad un nuova evoluzione dell'industria molitoria ( ed immagino darà il via a nuovi prodotti alimentari o quanto meno ne rivoluzionerà la produzione o i costi).
E Cibus Tec è stato anche il momento di mettere in mostra le nuove tendenze alimentari. Sempre più apprezzati nel mondo i cibi pronti ed i preparati base per la cucina. Una tendenza molto forte ormai non soltanto negli USA, in Giappone e nel Nord Europa, ma anche nell'Est Europa, nei paesi in via di sviluppo ed anche in Italia. In forte crescita l'intero settore, le cui idee potranno diventare sempre di più nuove imprese anche nel nostro paese.
Il forte successo porterà a Maggio del 2012 un'altra manifestazione dal nome più corto: "Cibus". Questa volta si parlerà di "Food made in Italy". Qualcosa di più nostrano, sicuramente gustoso.
giovedì 20 ottobre 2011
Sbancano le macchine utensili!
Ebbene sì .... per le macchine utensili, al momento, la crisi sembra essere acqua passata.
Già la produzione industriale italiana nei mesi estivi, ed in particolare ad Agosto, ha mostrato un bel segno più. Ma quello delle macchine utensili viaggia a doppie cifre. Ordini in crescita addirittura del 58% hanno fatto si che molti lavoratori hanno dovuto rinunciare alle ferie estive per far fronte agli impegni presi dall'azienda nei confronti dei clienti, clienti esteri nella stragrande maggioranza dei casi.
Cosa vuol dire tutto ciò? Prima di capire a fondo è possibile comunque dare delle spiegazioni immediate:
1) L'industria estera riparte ed i paesi in via di sviluppo stanno ricominciando " a svilupparsi". Proprio le nostre macchine utensili ed i nostri robot sono richiestissimi da paesi come la Russia, la Turchia, il Brasile, la Cina, paesi dove l'industria continua ad accrescere la produzione su larga scala e dove il benessere della popolazione sta aumentando a ritmi da noi conosciuti 40-50 anni fa. Ma non mancano gli ordine in paesi come la Germania e gli Stati Uniti, tradizionali partner del nostro commercio.
2) Il nostro manifatturiero, nonostante alcune indubbie critiche, si presenta comunque competitivo e costituisce ancora oggi il cuore della nostra economia e della nostra forza.
Fatturato in forte crescita e portafoglio ordini elevato potrebbero significare molto lavoro anche nei prossimi mesi. Ma ciò, oltre ad essere praticamente una fortuna per moltissimi lavoratori costituisce anche una riflessione per chi ha voglia di investire e crescere. Sarà forse il caso di approfittarne?
Ma cosa sono le macchine utensili?
E' il caso di distinguere tra macchina utensile vera e propria e robot industriali.
La macchina utensile lavora dei pezzi solitamente per asportazione di truciolo, ricavando determinati particolari solitamente per uso meccanico. I robot invece hanno scopi legati solitamente non alla produzione di un particolare o di un pezzo fisico, ma all'esecuzione di una particolare lavorazione. Tra i robot ad esempio si trovano quelli per l'esecuzione di processi di fabbricazione di medicinali piuttosto che di componenti alimentari, robot per il confezionamento, robot per la verniciatura, robot per il lavaggio, robot per lo smistamento, robot per processi speciali dell'industria chimica.
Un settore affascinante, che mi appassiona molto.
Già la produzione industriale italiana nei mesi estivi, ed in particolare ad Agosto, ha mostrato un bel segno più. Ma quello delle macchine utensili viaggia a doppie cifre. Ordini in crescita addirittura del 58% hanno fatto si che molti lavoratori hanno dovuto rinunciare alle ferie estive per far fronte agli impegni presi dall'azienda nei confronti dei clienti, clienti esteri nella stragrande maggioranza dei casi.
Cosa vuol dire tutto ciò? Prima di capire a fondo è possibile comunque dare delle spiegazioni immediate:
1) L'industria estera riparte ed i paesi in via di sviluppo stanno ricominciando " a svilupparsi". Proprio le nostre macchine utensili ed i nostri robot sono richiestissimi da paesi come la Russia, la Turchia, il Brasile, la Cina, paesi dove l'industria continua ad accrescere la produzione su larga scala e dove il benessere della popolazione sta aumentando a ritmi da noi conosciuti 40-50 anni fa. Ma non mancano gli ordine in paesi come la Germania e gli Stati Uniti, tradizionali partner del nostro commercio.
2) Il nostro manifatturiero, nonostante alcune indubbie critiche, si presenta comunque competitivo e costituisce ancora oggi il cuore della nostra economia e della nostra forza.
Fatturato in forte crescita e portafoglio ordini elevato potrebbero significare molto lavoro anche nei prossimi mesi. Ma ciò, oltre ad essere praticamente una fortuna per moltissimi lavoratori costituisce anche una riflessione per chi ha voglia di investire e crescere. Sarà forse il caso di approfittarne?
Ma cosa sono le macchine utensili?
E' il caso di distinguere tra macchina utensile vera e propria e robot industriali.
La macchina utensile lavora dei pezzi solitamente per asportazione di truciolo, ricavando determinati particolari solitamente per uso meccanico. I robot invece hanno scopi legati solitamente non alla produzione di un particolare o di un pezzo fisico, ma all'esecuzione di una particolare lavorazione. Tra i robot ad esempio si trovano quelli per l'esecuzione di processi di fabbricazione di medicinali piuttosto che di componenti alimentari, robot per il confezionamento, robot per la verniciatura, robot per il lavaggio, robot per lo smistamento, robot per processi speciali dell'industria chimica.
Un settore affascinante, che mi appassiona molto.
mercoledì 19 ottobre 2011
La bicicletta Peugeot distribuita da Bianchi
Appena leggo di biciclette subito mi incuriosisco.
La bicicletta, oltre ad essere un modo sano di muoversi, oltre a contribuire alla sostenibilità ambientale delle nostre città, costituisce una sorta di stile di vita, di modus vivendi, una cultura la cui promozione non può che far bene non solo al nostro fisico ma anche alla nostra psiche.
Peugeout torna in Italia attraverso lo storico marchio Bianchi e lo fa con una vasta gamma di bici per tutti i gusti.
La bici elettrica è per i più esigenti, ma ce n'è anche per gli amanti della montagna, per gli sportivi, per i più giovani. Oggi il nuovo confine della bicicletta è proprio quello della pedalata assistita, adatta anche per chi non ha più l'agilità di un tempo.
Ma la bicicletta, come appena detto, costituisce per molti un piacevole momento di contatto con quanto di buono l'ambiente può offrire. Un contatto con la tranquillità, ma anche con la vivacità urbana, un contatto con un paesaggio di cascine e viali alberati ma anche con uno di grattacieli e centri commerciali per districarsi nella jungla urbana.
Personalmente mi piace ascoltare il rumore della catena della bici, mentre mi fermo ad osservare colori e paesaggi che non tutti hanno il tempo di assaporare.
La bicicletta, oltre ad essere un modo sano di muoversi, oltre a contribuire alla sostenibilità ambientale delle nostre città, costituisce una sorta di stile di vita, di modus vivendi, una cultura la cui promozione non può che far bene non solo al nostro fisico ma anche alla nostra psiche.
Peugeout torna in Italia attraverso lo storico marchio Bianchi e lo fa con una vasta gamma di bici per tutti i gusti.
La bici elettrica è per i più esigenti, ma ce n'è anche per gli amanti della montagna, per gli sportivi, per i più giovani. Oggi il nuovo confine della bicicletta è proprio quello della pedalata assistita, adatta anche per chi non ha più l'agilità di un tempo.
Ma la bicicletta, come appena detto, costituisce per molti un piacevole momento di contatto con quanto di buono l'ambiente può offrire. Un contatto con la tranquillità, ma anche con la vivacità urbana, un contatto con un paesaggio di cascine e viali alberati ma anche con uno di grattacieli e centri commerciali per districarsi nella jungla urbana.
Personalmente mi piace ascoltare il rumore della catena della bici, mentre mi fermo ad osservare colori e paesaggi che non tutti hanno il tempo di assaporare.
domenica 16 ottobre 2011
Tempi moderni
"Se la prendono con la finanza, come capro espiatorio. Li capisco. Hanno aspettato tanto. Noi alla loro età non lo abbiamo fatto."
Mario Draghi - Governatore in pectore della BANCA Centrale Europea
Mario Draghi - Governatore in pectore della BANCA Centrale Europea
martedì 11 ottobre 2011
Un grattacielo di 304 metri sottoterra!
Proprio così: adesso parliamo di grattacieli sotto terra. Uno studio di architettura messicano ha presentato un progetto di un gigantesco grattacielo di sessantacinque piani sottoterra, al centro di Città del Messico.
Ecco che allora il nome cambia da grattacielo in grattaterra ... in inglese "Earthscraper"!
Questo gigantesco grattaterra, antisismico e poco invasivo, dovrebbe ospitare nei primi dieci piani musei ed un centro culturale, mentre dovrebbe completare la sua estensione con centri commerciali, uffici ed appartamenti privati.
La forma sarà quella di una gigantesca piramide rovesciata, con immense vetrate e ponti mobili che collegano da una parte all'altra la grande costruzione.
Il progetto è buffo, ci incuriosisce e ci fa approfondire la notizia il più possibile. Ma simili costruzioni possono significare un cambiamento negli stili e nei costumi di vita. Cosa può voler significare vivere di "luce artificiale" anche di giorno? Cosa significa approfittare anche degli spazi sottoterra oltre a quelli sopra la terra? Ci sarà aria? Si potrebbe soffrire di claustrofobia?
Ed ancora gli spazi sottoterra varanno lo stesso "valore di mercato" di quelli sopra la terra? Quale tipo di edifici sarà possibile costruire a forma di grattaterra?
Lo scopriremo andando in Messico. O forse in tutto il mondo, fra pochi anni.
Ecco che allora il nome cambia da grattacielo in grattaterra ... in inglese "Earthscraper"!
Questo gigantesco grattaterra, antisismico e poco invasivo, dovrebbe ospitare nei primi dieci piani musei ed un centro culturale, mentre dovrebbe completare la sua estensione con centri commerciali, uffici ed appartamenti privati.
La forma sarà quella di una gigantesca piramide rovesciata, con immense vetrate e ponti mobili che collegano da una parte all'altra la grande costruzione.
Il progetto è buffo, ci incuriosisce e ci fa approfondire la notizia il più possibile. Ma simili costruzioni possono significare un cambiamento negli stili e nei costumi di vita. Cosa può voler significare vivere di "luce artificiale" anche di giorno? Cosa significa approfittare anche degli spazi sottoterra oltre a quelli sopra la terra? Ci sarà aria? Si potrebbe soffrire di claustrofobia?
Ed ancora gli spazi sottoterra varanno lo stesso "valore di mercato" di quelli sopra la terra? Quale tipo di edifici sarà possibile costruire a forma di grattaterra?
Lo scopriremo andando in Messico. O forse in tutto il mondo, fra pochi anni.
lunedì 10 ottobre 2011
La stagflazione: un pericolo reale per l'Europa?
Ed aggiungerei, soprattutto per l'Italia?
Con stagflazione si indica quella condizione dell'economia di un paese in cui si hanno contemporanemente l'inflazione, cioè un aumento generalizzato dei prezzi ed una stagnazione, cioè una mancata crescita economica.
La stagflazione è un piccolo paradosso dell'economia ed è uno dei fenomeni più difficili da combattere: infatti la bassa crescita economica, la stagnazione, richiederebbe dei tassi di interesse delle banche centrali molto bassi, al fine di incentivare gli investimenti ed incrementare i volumi di produzione e l'occupazione. Ma ... l'inflazione al contrario richiede dei tassi di interesse più alti per essere frenata.
Ma come è possibile che un basso volume di produzione, una disoccupazione in crescita ed un calo massiccio della domanda non provochino un calo dei prezzi ed anzi un aumento? Probabilmente la causa di tutto ciò sta nei mercati oligopolistici dell'energia e delle materie prime, spesso indipendenti dai meccanismi economici legati alla produzione ed all'occupazione.
Come fare? A cosa dare priorità senza però rischiare di criticizzare l'altro fenomeno?
L'esperienza della stagflazione negli USA negli anni '70 sembrerebbe consigliare un aumento dei tassi di interesse, privilegendo in un certo senso l'inflazione alla stagnazione.
Ma ciò che più ci spaventa è che quel fantasma ritorni oggi, in Italia, in Europa, danneggiando la già bassa ripresa dell'occupazione e dell'economica.
La stagflazione indebolisce i consumi, l'occupazione, la ripresa e rischierebbe di instaurare una spirale che aggrava sempre più gli stessi consumi, la stessa occupazione, la produttività e quindi la ripresa.
Evitare il fenomeno non è impossibile. Ma richiede oltre ad un'attentissima politica monetaria, una ripresa economica che deve diventare priorità assoluta. Per tutto ed in tutti i modi. La parole d'ordine deve essere crescita. Non c'è altra soluzione.
Con stagflazione si indica quella condizione dell'economia di un paese in cui si hanno contemporanemente l'inflazione, cioè un aumento generalizzato dei prezzi ed una stagnazione, cioè una mancata crescita economica.
La stagflazione è un piccolo paradosso dell'economia ed è uno dei fenomeni più difficili da combattere: infatti la bassa crescita economica, la stagnazione, richiederebbe dei tassi di interesse delle banche centrali molto bassi, al fine di incentivare gli investimenti ed incrementare i volumi di produzione e l'occupazione. Ma ... l'inflazione al contrario richiede dei tassi di interesse più alti per essere frenata.
Ma come è possibile che un basso volume di produzione, una disoccupazione in crescita ed un calo massiccio della domanda non provochino un calo dei prezzi ed anzi un aumento? Probabilmente la causa di tutto ciò sta nei mercati oligopolistici dell'energia e delle materie prime, spesso indipendenti dai meccanismi economici legati alla produzione ed all'occupazione.
Come fare? A cosa dare priorità senza però rischiare di criticizzare l'altro fenomeno?
L'esperienza della stagflazione negli USA negli anni '70 sembrerebbe consigliare un aumento dei tassi di interesse, privilegendo in un certo senso l'inflazione alla stagnazione.
Ma ciò che più ci spaventa è che quel fantasma ritorni oggi, in Italia, in Europa, danneggiando la già bassa ripresa dell'occupazione e dell'economica.
La stagflazione indebolisce i consumi, l'occupazione, la ripresa e rischierebbe di instaurare una spirale che aggrava sempre più gli stessi consumi, la stessa occupazione, la produttività e quindi la ripresa.
Evitare il fenomeno non è impossibile. Ma richiede oltre ad un'attentissima politica monetaria, una ripresa economica che deve diventare priorità assoluta. Per tutto ed in tutti i modi. La parole d'ordine deve essere crescita. Non c'è altra soluzione.
martedì 4 ottobre 2011
Auto, bici e .... moto elettrica
Auto elettrica? Ok.
Bici elettrica? Ok.
E la moto??? Ecco Husqvarna Concept E-go. Il vantaggio? Davvero troppo leggera .... soltanto 80 Kg di tecnologia a servizio dei più giovani.
E non basta. Forcella del tipo "One side double fork" con steli da diam. 35 mm.
E questa leggerezza ed agilità si coniuga perfettamente con l'ecologia e l'economicità.
Non solo Husqvarna. BMW di certo non sta a guardare e propone uno scooter concepito da BMW Motorrad. Grande in accellerazione, agile nel traffico, BMW propone uno scooter che non ha nulla da inviadiare agli altri ma è ecologico, economico, leggero e si ricarica in tre ore con un'autonomia di 100 Km!
Insomma cosa si vuole di più?
Bici elettrica? Ok.
E la moto??? Ecco Husqvarna Concept E-go. Il vantaggio? Davvero troppo leggera .... soltanto 80 Kg di tecnologia a servizio dei più giovani.
E non basta. Forcella del tipo "One side double fork" con steli da diam. 35 mm.
E questa leggerezza ed agilità si coniuga perfettamente con l'ecologia e l'economicità.
Non solo Husqvarna. BMW di certo non sta a guardare e propone uno scooter concepito da BMW Motorrad. Grande in accellerazione, agile nel traffico, BMW propone uno scooter che non ha nulla da inviadiare agli altri ma è ecologico, economico, leggero e si ricarica in tre ore con un'autonomia di 100 Km!
Insomma cosa si vuole di più?
lunedì 3 ottobre 2011
Lo stato delle start up in Italia: imprenditori sempre più giovani
Il mio forte interesse per le start up mi ha portato a scovare questo articolo di cui riporto il link:
Lo stato delle start up in Italia
Nell'articolo, che espone il rapporto di "Mind the Bridge" all'interno dell'Investor Day tenutosi a Milano, si scopre che i novelli imprenditori sono sempre più giovani ed addirittura la loro età media non supera i 32 anni.
L'identikit tipo del giovane imprenditore parla di una persona del Centro-Nord, uomo, con un background tecnico/scientifico e fondatore (o co-fondatore) di imprese web-based.
Il risultato estremamente positivo del rapporto è il fatto che sempre più giovani, sopratutto in questi momenti di magra occupazionale e di crisi economica diffusa, tentano il sogno di mettersi in proprio. Purtroppo lo fanno ancora troppe poche donne.
Ma perchè imprese web-based?
Web based non vuol dire soltanto imprese che producono beni o servizi per il web, ma anche tutte quelle imprese che diffondono la conoscenza del proprio business attraverso il web, oppure il web è parte integrante di esso.
Il web è il principale strumento di comunicazione dei nostri tempi e rappresenta senza dubbio uno strumento ad alto valore aggiunto e tecnologicamente avanzato. Il continuo naturale del boom delle telecomunicazioni degli anni '90. Il web è il prodotto di successo venuto subito dopo il cellulare ed il pc, comunque assimilabile all'ICT e parte imprescindibile di esso e non soltanto.
Il web è giovane, dinamico e creativo.
Ma il rapporto ci pone anche dinanzi un altra considerazione. Cosa verrà dopo? Cosa dobbiamo impregnarci ad "ideare", ad immaginare, ad anticipare per i prossimi anni, per poter avere successo, magari un successo inimmaginabile di una nuova invenzione, di un nuovo futuro?
Ogni tanto ho qualche piccola ma nitida percezione dei nuovi bisogni futuri, della direzione verso cui si svilupperanno i nuovi anni '10 e forse '20.
La mia piccola percezione si chiama "Energia" ...
Lo stato delle start up in Italia
Nell'articolo, che espone il rapporto di "Mind the Bridge" all'interno dell'Investor Day tenutosi a Milano, si scopre che i novelli imprenditori sono sempre più giovani ed addirittura la loro età media non supera i 32 anni.
L'identikit tipo del giovane imprenditore parla di una persona del Centro-Nord, uomo, con un background tecnico/scientifico e fondatore (o co-fondatore) di imprese web-based.
Il risultato estremamente positivo del rapporto è il fatto che sempre più giovani, sopratutto in questi momenti di magra occupazionale e di crisi economica diffusa, tentano il sogno di mettersi in proprio. Purtroppo lo fanno ancora troppe poche donne.
Ma perchè imprese web-based?
Web based non vuol dire soltanto imprese che producono beni o servizi per il web, ma anche tutte quelle imprese che diffondono la conoscenza del proprio business attraverso il web, oppure il web è parte integrante di esso.
Il web è il principale strumento di comunicazione dei nostri tempi e rappresenta senza dubbio uno strumento ad alto valore aggiunto e tecnologicamente avanzato. Il continuo naturale del boom delle telecomunicazioni degli anni '90. Il web è il prodotto di successo venuto subito dopo il cellulare ed il pc, comunque assimilabile all'ICT e parte imprescindibile di esso e non soltanto.
Il web è giovane, dinamico e creativo.
Ma il rapporto ci pone anche dinanzi un altra considerazione. Cosa verrà dopo? Cosa dobbiamo impregnarci ad "ideare", ad immaginare, ad anticipare per i prossimi anni, per poter avere successo, magari un successo inimmaginabile di una nuova invenzione, di un nuovo futuro?
Ogni tanto ho qualche piccola ma nitida percezione dei nuovi bisogni futuri, della direzione verso cui si svilupperanno i nuovi anni '10 e forse '20.
La mia piccola percezione si chiama "Energia" ...
Iscriviti a:
Post (Atom)