Per voi la forma fisica e lo sport sono tutto?
Pensate che lo sport sia quanto di più "sano" possa esserci per il corpo e per la mente? (non vi nascondo che anch'io la penso così...)
Se avete davvero tanta tanta passione per lo sport e la salute fisica allora potreste pensare di aprire una palestra.
Per aprire una palestra questo amore per lo sport è assolutamente necessario poichè il lavoro è piuttosto impegnativo e prende gran parte della giornata e dell'anno. Al giorno d'oggi in fatti non sono poche le palestre aperte 24 ore al giorno ed è davvero difficile (anzi impossibile) che una palestra sia chiusa la domenica o prima delle 23).
Quindi se questo amore c'è armatevi di pazienza e passione e cercate un locale adatto per la vostra attività.
Gli step principali sono:
- Individuazione del locale idoneo
- Certificazioni inerenti la sicurezza, le norme igieniche e la conformità dei locali scelti
- Autorizzazioni necessarie (idonietà ASL e autorizzazione SAB) e nel caso si somministrini cibi o bevande (ad esempio con un bar interno o con i distributori)
- Apertura partita IVA e denuncia di inizio attività (DIA)
- Nomina del responsabile di tutte le attività che deve essere in possesso di diploma ISEF o laurea in Scienze Motorie
- Attrezzaggio della palestra in conformità alle norme
- Pagamento dei diritti alla SIAE per la musica distribuita nella palestra (questo aspetto è poco noto)
Insomma gli step non sono pochi. A questo va aggiunto che il costo delle attrezzature così come della trasformazione dei locali individuati (costruzione degli spogliatoi ad esempio) non è di poco conto.
Cosa ne dite di fare due rapidissimi conti? Un'analisi di fattibilità al "volo" a cui ovviamente invito ad affidarsi con le "pinze". Mi piacerebbe fare con voi due conti proprio per cercare di accendere in voi questa "lampadina" nel caso ce l'aveste già da molto tempo.
Dunque parliamo dei costi. Ipotizziamo di prendere in affitto i locali e quindi di non acquistare l'immobile.
Costi
Ipotesi di un locale da 250 mq (palestra di medie dimensioni) preso in affitto in una città media.
Costi di investimento iniziali
Costo per certificazioni varie (qui ammetto la mia ignoranza, potrebbero essere più alti) =1000 euro iniziali
Costo iniziale per l'acquisto delle attrezzature = 15.000 euro
Costo per la ristrutturazione e messa in sicurezza del locale, per la costruzione di spogliatoi e della altre opere murarie ed impiantistiche necessarie = 40.000 euro
Costi gestione corrente
Affitto = 2500 € mensili
Utenze, manutenzione e pulizie = 1200 € mensili
Tasse varie, diritti commerciali, marketing e spese commerciali(no IVA) = 400 euro mensili
Spese per personale (nell'ipotesi di part time di due/tre persone) = 2000 € mensili
Avremo quindi un investimento di 56.000 € iniziali e un costo di gestione corrente di 6.100 € mensili.
Ipotizziamo di voler recuperare l'investimento in 36 mesi. Avremo quindi la necessità di avere un introito mensile per il solo recupero dell'investimento di € 1550 circa (riassumo e banalizzo al massimo).
A questo è necessario aggiungere la copertura delle spese correnti.
Quindi dovremo avere un incasso per la sola copertura delle spese correnti e di recupero dell'investimento nell'ipotesi di volerlo recuperare in tre anni) di 7650 € mensili.
Ricavi ed iscritti necessari
Se il prezzo di una quota di iscrizione sarà di € 40 mensili (prezzo medio che deriva dall'osservazione generale) avremo la necessità di avere il seguente numero di iscritti per coprire le nostre spese:
7650 € / 40 € = 192 iscritti
Oltre questi iscritti avremo finalmente dei guadagni!!
Quindi l'investimento deve davvero essere valutato attentamente.
Prendete con le pinze la mia velocissima analisi. Spero però davvero di avervi fatto accendere una lampadina e fatto capire a fondo dove e come è possibile investire o tagliare e come mettere davvero in piedi una palestra che sia redditizia.
E voi? Siete pronti per il mondo del fitness e della salute fisica?
Il tuo obiettivo è quello di diventare prima o poi un imprenditore? Sei creativo e ... troppo curioso? Sei nel posto giusto
lunedì 8 febbraio 2016
giovedì 4 febbraio 2016
Come si diventa giardiniere
Amate la natura? Le piante sono per voi "quasi" come gli essere umani?
Vi piace immergervi nel verde ed i boschi sono il vostro rifugio ideale?
Perchè allora non provare la strada del giardinaggio?
Come si diventa giardiniere?
Anche qui non abbiamo percorsi specifici da seguire ma sono necessari alcuni requisiti assolutamente non banali. E' infatti fondamentale avere alcune nozioni di botanica e biologia così come è fondamentale conoscere le regole ed i principi fondamentali dell'agronomia.
Altresì le abilità manuali sono assolutamente fondamentali se non altro per riuscire ad eseguire opere che possono spaziare dalla progettazione di giardini e dei metodi di irrigazione, ad opere ornamentali fino alle coltivazioni specifiche di piante e fiori.
Possono essere facilitanti alcuni percorsi di studi come taluni istituti professionali ma la porta di accesso è quasi sempre quella dei corsi messi a disposizione dalle regioni, corsi abilitanti in cui si trattano tutte le materie alla base della professione (teoriche e pratiche) il tutto coadiuvato da una stage finale in aziende o enti pubblici.
Dopo questi corsi regionali si è giardinieri a tutti gli effetti e, visti i trend degli ultimi anni, le possibilità di lavoro non mancano assolutamente.
Vi piace immergervi nel verde ed i boschi sono il vostro rifugio ideale?
Perchè allora non provare la strada del giardinaggio?
Come si diventa giardiniere?
Anche qui non abbiamo percorsi specifici da seguire ma sono necessari alcuni requisiti assolutamente non banali. E' infatti fondamentale avere alcune nozioni di botanica e biologia così come è fondamentale conoscere le regole ed i principi fondamentali dell'agronomia.
Altresì le abilità manuali sono assolutamente fondamentali se non altro per riuscire ad eseguire opere che possono spaziare dalla progettazione di giardini e dei metodi di irrigazione, ad opere ornamentali fino alle coltivazioni specifiche di piante e fiori.
Possono essere facilitanti alcuni percorsi di studi come taluni istituti professionali ma la porta di accesso è quasi sempre quella dei corsi messi a disposizione dalle regioni, corsi abilitanti in cui si trattano tutte le materie alla base della professione (teoriche e pratiche) il tutto coadiuvato da una stage finale in aziende o enti pubblici.
Dopo questi corsi regionali si è giardinieri a tutti gli effetti e, visti i trend degli ultimi anni, le possibilità di lavoro non mancano assolutamente.
lunedì 1 febbraio 2016
Come si diventa un export manager
A quanto pare è una delle professioni più richieste nel 2016. Come mai?
L'export manager si occupa di selezionare e penetrare attraverso precise strategie specifici mercati individuati con i prodotti e/o servizi offerti dall'azienda per cui si lavora.
Alla luce dei risvolti economici e della sempre maggiore competitività dei paesi emergenti è facile capire quanto sia importante questa professione per un'azienda.
Ma come si diventa export manager?
In realtà non esiste un percorso specifico ma soltanto delle basi formative ed alcuni requisiti indispensabili.
Le basi formative più idonee per questo tipo di professione sono una laurea in economia o marketing oppure in alternativa una laurea in ingegneria meglio se ad indirizzo gestionale.
Il requisito assolutamente indispensabile è la conoscenza delle lingua. L'inglese è la base ma è spesso necessario conoscere altre lingue soprattutto se si va ad operare su alcuni mercati emergenti come quelli asiatici.
Il cinese e il giapponese, ma anche l'arabo piuttosto che il tedesco, lo spagnolo o il portoghese sono infatti lingue molto richieste per un expor manager.
Il requisito su cui investire quindi è la conoscenza linguistica unita ad una cultura ti tipo tecnico-economico.
Il resto è ovviamente frutto dell'esperienza che si acquisisce e dei ruoli che si ricoprono.
La professione è di sicuro interesse visto che è richiestissima e talune posizioni sono davvero difficili da reperire.
Perchè allora non provarci investendo nella formazione laddove pochi investono?
L'export manager si occupa di selezionare e penetrare attraverso precise strategie specifici mercati individuati con i prodotti e/o servizi offerti dall'azienda per cui si lavora.
Alla luce dei risvolti economici e della sempre maggiore competitività dei paesi emergenti è facile capire quanto sia importante questa professione per un'azienda.
Ma come si diventa export manager?
In realtà non esiste un percorso specifico ma soltanto delle basi formative ed alcuni requisiti indispensabili.
Le basi formative più idonee per questo tipo di professione sono una laurea in economia o marketing oppure in alternativa una laurea in ingegneria meglio se ad indirizzo gestionale.
Il requisito assolutamente indispensabile è la conoscenza delle lingua. L'inglese è la base ma è spesso necessario conoscere altre lingue soprattutto se si va ad operare su alcuni mercati emergenti come quelli asiatici.
Il cinese e il giapponese, ma anche l'arabo piuttosto che il tedesco, lo spagnolo o il portoghese sono infatti lingue molto richieste per un expor manager.
Il requisito su cui investire quindi è la conoscenza linguistica unita ad una cultura ti tipo tecnico-economico.
Il resto è ovviamente frutto dell'esperienza che si acquisisce e dei ruoli che si ricoprono.
La professione è di sicuro interesse visto che è richiestissima e talune posizioni sono davvero difficili da reperire.
Perchè allora non provarci investendo nella formazione laddove pochi investono?
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