Cascarono le certezze ed insieme ad esse l’immagine della
tranquillità e del benessere delle “democrazie” occidentali. Quell’undici
settembre cascò assieme alle torri la certezza di un futuro definito, standard.
Servito e riverito. Ricco e celebre. Sicuro e pulito. Tranquillo oppure no. Occidentale e aperto.
Del riscatto e del tutti possono tutto.
Con o senza il complotto, islamico oppure no, l’undici
settembre del 2001 è stato un passaggio nella mia percezione del mondo. Lo
stesso mondo dove pochissimo prima avevo studiato la seconda guerra mondiale e
suoi orrori ed errori, il comunismo ed il capitalismo, il marxismo, il
liberismo, le nuove tecnologie, le nuove economie, il boom degli anni 60’.
Poco dopo ho guardato e visto tutto con altri occhi.
E fu così che cominciarono a moltiplicarsi le angosce. E’
così che oggi di fronte ai notiziari che impazzano, di fronte ad internet che
ci porta tutto sotto il naso temiamo la crisi, la crisi del tutto, la crisi
delle nostre idee. Abbiamo paura, sempre paura. Di tutto quello che c’è e che
immaginiamo possa accadere. Cerchiamo rassicurazioni. Diciamo agli altri e a
noi stessi che ormai il punto più basso è stato toccato, che tutto cambierà.
Quando? E soprattutto come?
Non sappiamo cosa vogliamo. L’ansia del chissà ci distrugge.
Ed allora vogliamo a tutti i costi rifuggire nel poco, nel certo, nel
circoscritto, nel poco mosso. Nella cerchia ristretta, pensando che
accontentandoci di poco possiamo rifuggire almeno in un minimo, in un poco poco
di tranquillità.
E poi abbiamo ancora paura. Perché non era questo che
volevamo. Perché chissà quale energia inespressa abbiamo dentro, quale enorme
potenziale, chissà cosa saremmo in grado di fare. E di concepire, di
immaginare, di pensare, di realizzare.
Ma non ne siamo certi. E non siamo certi di nulla. Di niente
più. Di nulla.
Vogliamo una piccola e quotidiana tranquillità, che è
crollata nel cemento, nel vetro, nella carta undici anni fa.
E imperversa l’orticaria. O presunta tale. Che cerca di
repellere, di allontanare, di espellere una realtà che ci turba e che non ci
piace.
Al chiaro di luna, sotto un dolce vento, in una darsena di
un piccolo borgo, a due passi dal mare. Nell’aria pulita e serena. Lontano dai
marchingegni del caos. In una notte d’estate.
Buona vacanze a tutti!!
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